Un primo esame sugli interventi dell’Amministrazione Sboarina

24.4.18                           VERONA IN

 

 

 

A circa un anno dall’insediamento della nuova Giunta comunale è possibile tracciare un primo bilancio. Se per la pianificazione urbanistica le scelte operative sono apprezzabili non altrettanto si può sostenere per quanto riguarda i temi etici e la libertà di espressione.

Da circa un anno si è insediata la nuova giunta comunale di Verona presieduta dal sindaco Federico Sboarina, che ha ereditato le conseguenze delle due pessime amministrazioni  precedenti guidate da Flavio Tosi. La principale caratteristica delle passate amministrazione è stata quella di delegare agli operatori privati e quindi ai loro interessi, le scelte d’uso del territorio; di fatto la decisione di non pianificare correttamente ed organicamente  la città, ma di creare una sorta di abito di Arlecchino, dove le diverse pezze colorate rispondevano agli eterogenei interessi degli investitori immobiliari. Il risultato di questa non pianificazione è sotto gli occhi di tutti: eccesive volumetrie a destinazione commerciale, mancanza di un piano del traffico adeguato, ulteriore consumo di suolo, vendita dei palazzi e degli edifici storici che il Comune aveva avuto in eredità,  nessun intervento per usufruire dell’enorme patrimonio edilizio non e sotto utilizzato (circa 10.000 appartamenti sfitti), boicottaggio nella realizzazione o nella pianificazione  dei parchi urbani, dell’Adige, delle mura, delle colline, della Spianà, dell’anello verde extra moenia  e dello Scalo Merci della Ferrovia. Oltre a tutto ciò, la nuova Giunta si è ritrovata con le storiche eccellenze della città, Ente Fiera, Ente Lirico ed Aeroporto Catullo, in una grave e profonda crisi.

Urbanisticamente ha cercato fin da subito, con l’assessore Ilaria Segala, di “rammendare”, dove possibile, gli strappi tosiani. È stato bloccato il project financing per la ristrutturazione dell’Arsenale; è stato definitivamente bocciato l’assurdo progetto del traforo della collina; è stato fermato il progetto di costruire 11 fabbricati alti 11 metri al Nassar in riva all’Adige; è stata  revisionata la variante urbanistica n.22 con il conseguente giro di vite a sei progetti di centri commerciali: quello a San Michele in località Cercola di 24.550 mq; quelli in ZAI di Garda Re di 8098 mq, del Consorzio Agrario Lombardo Veneto di 6.260 mq e quello della Liquigas di 5.273 mq; quelli in Spianà della Bernard srl di 2.700 mq e di Giuseppe Godi di 2.500 mq.  Inoltre, è stata rivista la Variante 23 e la delibera comunale del 3 febbraio 2015, che ridefiniva la perimetrazione del centro urbano, con la definizione delle aree dismesse da riqualificare come le ex Cartiere, l’ex Biasi, l’ex Tiberghien e lo scalo merci in vista della dismissione, oltre ad altre 15. È necessario fare ancora molto, ma rispetto al passato il clima è decisamente cambiato.

Ma, se per quanto riguarda il settore della pianificazione urbanistica, le scelte della nuova Giunta sono apprezzabili, non altrettanto si può sostenere per quanto riguarda i temi etici e la libertà di espressione. Ritengo quindi sia necessario soffermarsi su queste scelte operative che reputo antidemocratiche. Si è iniziato con la volontà di togliere dalle biblioteche pubbliche tutti i libri che trattavano la questione gender; si è proseguito con la decisione del Comune di cancellare l’evento “Biblioteca vivente” nell’ambito del Tocatì a causa dei contenuti ritenuti non adeguati, perché trattavano la questione delle diversità sessuali. Il partito del Popolo della Famiglia, che appoggia la maggioranza politica dell’Amministrazione, in tutto questo ha individuato una “promozione di una cultura contraria alla famiglia” e quindi censurabile. È stato invece ospitato il “Bus della Libertà“, sulla cui fiancata campeggiava a caratteri cubitali la scritta “Non confondete l’identità sessuale dei bambini” e “Stop gender nelle scuole”. Come era stato corretto permettere a questa organizzazione di manifestare i propri principi, lo sarebbe stato anche consentire a coloro che non li condividevano di esprimere i propri. La censura contro chi la pensa in modo diverso da chi, pro tempore, detiene il potere, e viceversa la condiscendenza verso coloro che sono allineati, non è certo democratico e liberale. Oltre a queste inopportune e non condivisibili censure, che ricordano alcuni dei momenti più drammatici della civiltà umana, ho anche l’impressione che, tra alcuni esponenti della classe politica della maggioranza che governa la città, vi sia in atto un movimento oscurantista che è allineato con chi tenta di revisionare alcuni fatti storicamente dimostrati.

2017/12/02 Manifestazione pro “Biblioteca Vivente” (Verona) – Foto di Zeno Massignan

Tra  questi, l’offensiva portata avanti soprattutto da alcuni esponenti della Lega, contro il Risorgimento quale mito fondatore dello stato-nazione, inteso come mito negativo. La delegittimazione della fondazione dello stato-nazione e dei principali protagonisti che vi parteciparono, ha lo scopo di individuare altri riferimenti storici più prossimi alle idee leghiste.  Risulta quindi interessante notare come una parte della Lega si trovi molto vicina ad un particolare revisionismo cattolico sanfedista e borbonico. A tale proposito è significativo evidenziare come, nella nostra città, le Pasque Veronesi vengono celebrate come la ribellione della popolazione esasperata  contro l’occupazione napoleonica, intesa solo come repressiva, violenta e portatrice di miseria. È certamente vero che le truppe d’occupazione francesi furono violente e provocatrici e che, assieme ai più alti funzionari, depredarono la nostra città di denari, beni preziosi ed opere d’arte, ma non furono solo questo. Inoltre, non chiariscono che fu una ribellione ispirata  dall’aristocrazia e dalla chiesa contro la politica giacobina, che limitava i loro privilegi.

Sarebbe opportuno che, nell’ambito delle “Celebrazioni”, venisse spiegato che durante la breve occupazione francese furono indette le prime elezioni democratiche; furono deliberate importanti riforme come la suddivisione dei poteri in giudiziario e legislativo; venne data la possibilità, a  tutti coloro che ne avevano i requisiti, di accedere alle carriere amministrative, politiche e giudiziarie; furono aboliti gli ultimi gravami feudali e i privilegi per diritto di nascita;  furono soppressi i titoli nobiliari e i privilegi; gli ebrei vennero considerati cittadini come gli altri; fu realizzata una nuova toponomastica che forniva di un nome  tutte le vie e le piazze e di un numero ogni casa; fu approvato un importante regolamento igienico-sanitario urbano; e le attività economiche, i commerci, le professioni ed i mestieri potevano essere praticati liberamente. In quel breve periodo Verona fu trasformata e modernizzata sulla base dei nuovi principi dell’illuminismo francese. Fu allora che nella nostra città si formò la borghesia. Concludo, sostenendo che le questioni relative ai paradigmi etici ed alle vicende della storia, andrebbero commentate nella loro totalità e non solo nelle parti più funzionali alle proprie ideologie e principi.

Giorgio Massignan
VeronaPolis

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PARCHI CITTADINI: BASTA MANFRINE, SI APPROVINO I PIANI DI GESTIONE

23.4.18                                                                                                                  michelebertucco.it

 

Risultato immagine per parco dell'Adige a verona

 

Fa piacere che l’assessore all’Urbanistica scopra angoli nuovi del patrimonio storico-architettonico cittadino, tuttavia per valorizzare il Parco delle Mura non occorre il gruppo di lavoro che Segala ha ventilato alla Muralonga, occorre soltanto che l’amministrazione si schiarisca le idee e dica che cosa vuole fare del sistema dei parchi cittadini. Il Parco delle Mura, quello dell’Adige e il Parco della Collina sono stati istituiti nel 2007 ma da allora nessuna amministrazione si è decisa a portarli a compimento. Ricordo che in sede di linee programmatiche e di bilancio preventivo 2018, anche l’attuale amministrazione ha deciso di bocciare tutti gli emendamenti (quasi tutti miei) che l’avrebbero impegnata ad approvarne il piano di gestione e il piano ambientale dei parchi.
Certo la giunta può sempre cambiare idea e andare avanti in autonomia, tuttavia visto i tempi biblici registrati finora, non credo sia chiaro che senza i piani di gestione i parchi sono destinati a rimanere sulla carta: non possono accedere a finanziamenti europei, pubblici o privati; non possono giocarsi la carta del brand esclusivo utile a sollecitare l’attenzione di potenziali investitori (ad esempio aziende agricole nel Parco dell’Adige); senza contare che saranno continuamente soggetti ad appetiti speculativi come dimostra la questione dei finti annessi rustici inserita in Variante 23 su cui l’amministrazione dovrebbe peraltro esprimersi proprio in questi giorni.

A questo punto è allora lecito chiedere di finirla con le manfrine, anche perché non c’è nulla da inventare: in tutti questi anni di immobilismo la politica è stata ampiamente superata dalla società civile che nel disinteresse delle varie amministrazioni ha saputo mettere in piedi mirabili esempi di recupero di mura, forti e valli, ad esempio la Batteria di Scarpa, sistemata con un finanziamento della Fondazione Cariverona su impulso del Comitato del Verde e di Legambiente. Ma si deve citare anche il lavoro fatto dagli scout a San Giorgio o il recupero di Rondella della Grotta in zona Torricelle e della rondella di San Zeno in Monte sempre a cura del Comitato del Verde e di Legambiente. O ancora la pulizia del Vallo di Cangrande sul versante orientale della cinta magistrale.

Ovviamente il Comune non è stato estraneo o spettatore passivo, ma finora ha sempre abdicato al ruolo di regista che gli competerebbe. Basti dire che è toccato a Legambiente prendere in gestione l’area verde nei pressi di Ponte San Francesco direttamente dal Demanio pagando un canone di concessione mentre da anni si attende che il Comune chieda in gestione pezzi di patrimonio di grande valore, a partire dalla famigerata Seconda Torre Massimiliana e da Forte Procolo…

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23.4.18 INIZIATIVA PATROCINATA DAL COMUNE E CON CONTRIBUTO DI AGSM. “LE MAROCCHINATE”

Il Comune di Verona concede il patrocinio allo spettacolo teatrale di Simone Cristicchi. L’azienda partecipata principe di Verona, Agsm, dal canto suo, sponsorizza l’iniziataiva. Tutto normale? In una situazione di normalità direi proprio di si, ma in realtà il post di Vito Comencini, neodeputato veronese per la Lega, illumina sui tentativi, sempre latenti nella nostra città, di strumentalizzare lo spettacolo teatrale, e la tragedia denominata “Le marocchinate”, di revisionismo storico. Per entrare un poco più a fondo nel contesto del momento, consiglio la lettura dell’articolo che ho scritto partendo da questa vicenda, per poi allargare la visuale ad altri appuntamenti nodali che si svolgono in questi giorni. Qui sotto il link all’articolo:

La giunta Sboarina e il suo livore contro la Liberazione e la Resistenza

 

L'immagine può contenere: una o più persone e sMS

La locandina dello spettacolo teatrale

POST VITO COMENCINI

Il post di Vito Comencini

 

 

LA GIUNTA SBOARINA E IL SUO LIVORE CONTRO LA LIBERAZIONE E LA RESISTENZA

23.4.18

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Movimentandoci a Verona

 

 

 

 

Risultato immagine per palazzo barbieri

 

Il 23 aprile, due giorni prima della Festa della Liberazione, si terrà a Verona “Le marocchinate”, un evento teatrale di Simone Cristicchi. La manifestazione usufruisce del patrocinio del Comune e della sponsorizzazione di Agsm, l’azienda partecipata “centrale” della città. Le “marocchinate” rappresentano una pagina cupa della storia del nostro paese. Con questo nome si identificano le violenze, gli stupri, ed anche gli omicidi a danno di civili italiani perpetrati, nel maggio del 1944 nel Lazio, dai goumier, le truppe marocchine che facevano parte del corpo di spedizione francese che contribuì  a sfondare la linea Gustav e causò la ritirata delle truppe tedesche più a nord.
Vito Comencini, neodeputato della Lega, ne dà notizia in un post su facebook, definendo quei tragici accadimenti come “l’altra faccia della Liberazione”.
Il tentativo, a mio avviso evidente, è quello di avvolgere tutte le parti in campo in una comune spirale di violenza che nasconda le differenze e rimescoli la storia, rendendo indistinguibili le responsabilità.
Definire le marocchinate come “l’altra faccia della Liberazione” significa infatti equiparare un fatto che, seppur efferato, resta episodico, ad una serie continua di stragi ed orrori, tra i quali la strage di Marzabotto, quella di Sant’Anna di Stazzema, o le Ardeatine, solo per citarne alcuni. Tutto questo senza tener conto, inoltre, della pianificazione dei massacri che contraddistinse quelli causati dalle truppe nazifasciste ma non le “marocchinate”.
Si tratta dell’ennesimo esercizio di revisionismo storico a Verona.
Episodi o continuità, sembrerebbe proprio essere questa la linea conduttrice di questo articolo. Se, infatti, la nota di Comencini rappresentasse solo un episodio, la mia accusa di revisionismo storico, seppure attinente da un punto di vista storico, potrebbe apparire essa stessa pretestuosa, o perlomeno esagerata.
In realtà quella messa in atto, in questo caso da Vito Comencini, è una modalità ben nota ai componenti delle giunte comunali che negli anni si sono susseguite a Palazzo Barbieri. Sono stati davvero molti, oserei dire troppi, i consiglieri di maggioranza e gli assessori che, (per non parlare dei sindaci stessi), succubi ad un’ideologia fascistoide, hanno dimostrato un livore non comune contro tutto ciò che ha a che fare con la Liberazione e, soprattutto, con la Resistenza partigiana.
Il risultato di questa vicinanza ad ideali “nostalgici” si traduce spesso in azioni e affermazioni dirette a sporcare e annacquare il senso antifascista del 25 Aprile.
Il 26 aprile, ad esempio, in occasione della commemorazione di Sergio Ramelli, studente di destra ucciso durante gli anni di piombo, l’amministrazione vigente ha deciso di concedere la sala comunale e di patrocinare l’iniziativa. Saranno inoltre presenti, in veste di relatori, Ciro Maschio, neodeputato con Fratelli d’Italia e precedentemente Presidente del consiglio comunale e il  consigliere comunale Andrea Bacciga.
Anche in questo caso, penso che ogni parte abbia il diritto di commemorare i suoi morti. Il problema nasce quando si scopre che l’iniziativa è organizzata da Fortezza Europa, una compagine politica formatasi recentemente da una scissione interna a Forza Nuova, e che si sta affermando tra le realtà dell’ultra destra. Il consigliere comunale Bacciga è inoltre cofondatore di tale formazione!
Significa quindi, e questo ritengo inaccettabile, che l’amministrazione Sboarina sta concedendo spazi, patrocini e copertura politica tramite la presenza di suoi esponenti, ad una  realtà politica che si autodefinisce fascista. Il tutto aggravato dal fatto che questo accadrà il giorno dopo che esponenti delle stesse istituzioni comunali avranno partecipato alle celebrazioni ufficiali per la Festa della Liberazione!
Ma la cosa più eclatante riguarda proprio la fatidica data del 25 Aprile; non tutti sono a conoscenza del fatto che la giunta Sboarina ha tentato, quest’anno, di ridimensionare le celebrazioni ufficiali della Festa della Liberazione. Infatti, per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, aveva fatto sapere al comitato istituzionale (nel quale figurano anche il Prefetto, l’Associazione Partigiani e quella degli ex Deportati nei campi di sterminio), che era sua intenzione annullare il corteo popolare, e che tale decisione sarebbe stata sancita da una delibera. La delibera non ha mai visto la luce, evidentemente per le pressioni che sono arrivate da più parti, ma la provocazione messa in atto basta e avanza per ratificare, se ancora ve ne fosse bisogno,  la distanza siderale che intercorre, sul piano ideale, tra questa amministrazione e la stessa Carta Costituzionale, nata, appunto, dalla Resistenza!

 

26.4.18 COMMEMORAZIONE DI SERGIO RAMELLI

 

Fortezza Europa, compagine politica che si pone a destra di  Forza Nuova, organizza un’assemblea pubblica in sala Lucchi per commemorare la morte di Sergio Ramelli. Da parte sua la giunta comunale, oltre a consentire l’uso della sala, concede il patrocinio. Presenti, in qualità di relatori, il neo deputato Ciro Maschio, (precedentemente presidente del consiglio comunale), e Andrea Bacciga, altro consigliere comunale e coofondatore di Fortaezza Europa

 

18.4.26 COMMEMORAZIONE RAMELLI

ARSENALE: LA GUERRIGLIA LEGALE DEI PRIVATI STA BLOCCANDO IL RECUPERO DEL BENE

19.4.18                                                                                                                  michelebertucco.it

 

Continua la strategia di Italiana Costruzioni per impedire all’amministrazione di effettuare gli interventi necessari a salvare l’ex Arsenale austriaco. Tra la fine di marzo e i primi di aprile l’azienda infatti ha impugnato davanti al Tar la delibera di giunta numero 446 del 27 dicembre 2017 che inseriva nel programma dei lavori pubblici 2018-2020 i 9 milioni di euro smobilitati dal project financing finalizzandoli al primo lotto di interventi di restauro conservativo. Ha impugnato inoltre la delibera 341 dell’ottobre 2017 con la quale l’amministrazione chiedeva il sostegno tecnico del Politecnico di Milano.
Evidentemente non è bastata la batosta presa in occasione dei ricorsi inflitti ai danni dei singoli consiglieri comunali che avevano votato la revoca del project financing. Italiana Costruzioni resta affezionata al vecchio schema dell’ex Sindaco Tosi di lasciare marcire il complesso per poi ricevere le autorizzazioni per un recupero invasivo, non condiviso e che non tiene conto dei bisogni dei cittadini.
L’amministrazione si è già costituita in giudizio ma occorre una reazione forte a questa continua guerriglia legale da parte dei privati che sta bloccando il processo di recupero dell’Arsenale. Occorre affermare la piena legittimità, da parte del Comune, a decidere sul futuro di un bene pubblico di proprietà pubblica. Occorre inoltre riprendere il processo di confronto e condivisione con la città sul futuro dell’Arsenale attualmente in stand-by. Finita la fase delle consultazioni occorre condividere anche quella delle decisioni, e il calcio di inizio spetta alla giunta.
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PROTESTA. In via Roma 200 contro l’attacco

14.4.18                                                                   arena

«UValpiana: «Si faccia sentire la forza civile dell’opinione pubblica»

“Un gesto simbolico: esporre la bandiera della pace”

Valpiana: «Si faccia sentire la forza civile dell’opinione pubblica»

 

E.S.

In duecento si sono radunati in via Roma, davanti a palazzo Carli, sede del Comando delle forze operative di supporto, per protesta contro l’attacco missilistico sferrato da Stati Uniti, Regno Unito e Francia contro obiettivi militari in Siria. «Il Medio oriente e il Mediterraneo», si legge nel volantino distribuito dal Comitato veronese per le iniziative di pace, «si stanno trasformando in un immenso campo di battaglia e il rischio della deflagrazione di un conflitto che coinvolga le super potenze mondiali è reale». Si invita a «un gesto simbolico contro la guerra: esporre la bandiera della pace, accendere una candela, mettere sulla giacca una stoffa bianca». Mao Valpiana spiega il senso dell’iniziativa: «Nessuno deve sentirsi impotente perché le forze in campo sono tre, a quelle militari di Usa e Russia si somma infatti la forza civile dell’opinione pubblica». L’azione militare è stata motivata come risposta al presunto uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco. «I bombardamenti», afferma Valpiana, «sono comunque sbagliati poiché complicano una situazione già deteriorata e la guerra aumenta il flusso di profughi. Inoltre, la fuga in avanti della Francia indebolisce l’Europa che poteva favorire il dialogo tra Usa e Russia».