In difesa della libertà di insegnamento! – Il Comunicato stampa del Coordinamento Scuola Verona.

Sabato 29 giugno

 

COORDINAMENTO SCUOLA VERONA: in difesa della libertà di insegnamento

 

comunicato stampa 2Riteniamo sbagliato dal punto di vista educativo, oltre che lesivo della libertà d’insegnamento, il fatto che il Comune di Verona abbia acquistato e inviato alle scuole il fumetto “Sergio Ramelli. Quando uccidere un fascista non era reato”, opera che tratta dell’assassinio, nel 1975, del giovanissimo attivista di estrema destra da parte di militanti di posizione politica opposta. Il libro è inoltre edito dalla casa editrice Ferrogallico, vicina a idee di estrema destra.

Non spetta all’amministrazione comunale decidere quali libri debbano essere custoditi nelle biblioteche scolastiche. Chi detiene il potere politico non dovrebbe interferire col lavoro e con le scelte culturali delle e dei docenti, inviando a studenti in formazione testi che contengono interpretazioni storiche precostituite.

A ciò si aggiunga che il testo in questione tratta di un periodo caldo, controverso, complesso e non “pacificato” della storia italiana, caratterizzato da eccessi di violenza e di morti. Un periodo che va studiato con serietà e approfondimento, non decontestualizzando singoli episodi per farne occasioni di rivalsa o di letture parziali degli eventi.

La storia non deve essere utilizzata a seconda della convenienza politica, la ricerca storica è e deve essere oggetto di studio da parte di storici, che operano con rigore metodologico.

La strumentalizzazione politica di un’interpretazione storica non favorisce né la libertà d’insegnamento né il senso critico. Un dibattito culturale e politico è democratico se si fonda sulla pluralità e il rispetto, non su temi e interpretazioni precostituite.

Per tutte queste ragioni, chiediamo all’amministrazione comunale di lasciare fuori la scuola da operazioni basate su un uso politico della storia e invitiamo tutti i docenti e i dirigenti veronesi a restituire al mittente l’offerta del Comune, perché la Scuola non può e non deve diventare un luogo a uso e consumo delle amministrazioni locali ma deve essere uno spazio di libertà di pensiero aperto al dibattito critico.

Coordinamento Scuola Verona

coordscuolavr@gmail.com

Forza Nuova vuola impedire, anche fisicamente, la presentazione del libro “Nazitalia” del giornalista Berizzi.

Il 26 giugno il giornalista Paolo Berizzi de “La Repubblica” e dell’ “Espresso” sarà a Verona per presentare la sua inchia dal titolo “Nazitalia”, incentrato sui movimenti di estrema destra nel nostro paese. All’iniziativa presenzieranno anche il magistrato Papalia, (che a suo tempo, mentre lavorava a Verona, indagò a lungo aull’8ltradestra, e sul Veneto Front Skinheads in particolare), e il writers Cibo, che deve la sua fama proprio nella sua abilità nel trasformare svastiche e celtiche in raffigurazioni culinarie. La richiesta della sala Lucchi è pervenuta in Comune il 4 giugno, e a presentarla è stato il capogruppo del Partito Democratico Federico Benini. La risposta affermativa ha suscitato la presa di posizione del partito di estrema destra, dai contorni nazifascisti, Forza Nuova, che ha espressamente chiesto al sindaco di non concedere alcuna sala a chi, dicono loro, infanga il nome di Verona a scopo di lucro. Inoltre, in una nota Forza Nuova fa sapere che darà la sua «adesione a qualsiasi forma di mobilitazione di piazza atta a bloccare ed impedire anche fisicamente questa infame sfida alla nostra città». La risposta del Pd non si fa attendere e arriva dura, con un comunicato stampa…Intanto, il sindaco Sboarina, sempre più ostaggio dell’estrema destra veronese, tace….La vicenda avrebbe sicuramente meritato una presa di distanze forte e condivisa da parte della politica locale che, invece, non si esprime, a parte alcuni esponenti, (ma nemmeno tutti), che si chiedono se Verona sia ancora una città democratica!

 

 

Lunedì 17 Giugno 2019

 

La petizione lanciata da Andrea Bacciga contro la presentazione del libro “Nazitalia”.

Visualizza l'immagine su Twitter

 

NO A NAZITALIA IN SALA LUCCHI

A Verona verrà ripresentato, nella Sala Comunale Lucchi, in data 26.06, il libro Nazitalia, peraltro già presentato a Verona l’anno scorso con la presenza di una trentina di persone. Appositamente è stato organizzato in zona stadio, stante l’articolo dell’autore contro i tifosi gialloblù, per provocare e infastidire VERONA e i Veronesi. Pertanto, si chiede, se necessario, che l’evento si svolga in un’altra zona.

 

Sabato 15 Gigno 2019

 

freccia-destra La risposta del giornalista Berizzi:

«All’odio fascista, agli insulti, alle minacce, risponderò come sempre: con la mia penna, con il mio lavoro».

 

Fonte: Profilo Twitter di Berizzi – VeronaSera

 

 

Venerdì 14 giugno 2019

 

COMUNICATO STAMPA  del Sindacato dei giornalisti (Fnsi) in solidarietà al giornalista Paolo Berizzi

comunicato stampa 2Verona, nuove minacce dai neofascisti a Paolo Berizzi. Fnsi: «Le autorità intervengano» I gruppi dell’estrema destra della città chiamano a raccolta i propri accoliti per impedire al giornalista di Repubblica, costretto a vivere sotto scorta per via delle sue inchieste, di presentare il libro NazItalia. La solidarietà al collega di Federazione della Stampa e Sindacato giornalisti Veneto.
Il giornalista Paolo Berizzi
Gruppi neofascisti hanno comunicato una campagna di aggressione, l’ennesima, con tanto di intimidazioni e minacce, contro Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica costretto a vivere sotto scorta, con l’obiettivo di impedire la presentazione a Verona del libro NazItalia. Sono arrivati persino a diffidare le pubbliche istituzioni dal mettere a disposizione per la presentazione una sala del Comune, la sala Lucchi, nella zona dello stadio che le formazioni di estrema destra della città considerano un proprio feudo. «Siamo così arrivati al paradosso che chi è messo al bando dalla Costituzione e dalla legalità repubblicana osa porre veti a chi difende e onora l’ordinamento democratico», commenta il sindacato.
La Federazione nazione della Stampa italiana e il Sindacato giornalisti Veneto «non solo sono solidali con Paolo Berizzi, ma chiedono alle istituzioni e alle autorità di garanzia e sorveglianza di individuare gli autori di tali minacce e di impedire che possa essere disturbata una iniziativa che affonda le sue radici nell’articolo 21 della Costituzione».

 

 

Dal profilo Facebook del capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale  a Verona, Federico Benini.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO NAZITALIA. L’EVENTO È PERICOLOSO? IL SINDACO CHIARISCA

“In relazione alla richiesta pervenuta in data 04/06/2019, si comunica che il Dirigente dello scrivente Ufficio ha espresso parere positivo all’accoglimento dell’istanza d’uso della sala conferenze “Erminio Lucchi” per la giornata di mercoledì 26 giugno 2019, dalle 20.30 alle 23.30, per lo svolgimento di una presentazione del libro “Nazitalia” dell’autore Paolo Berizzi, come da allegato.”

 

Con queste parole il funzionario incaricato del comune Loris Zenti, rilascia Sala Lucchi al consigliere Federico Benini per la presentazione del libro NazItalia
Apprendo che in queste ultime ore il sindaco sta subendo forti pressioni da movimenti di estrema destra a lui vicini per annullare l’evento in programma del 26 giugno: “Una semplice presentazione di un libro”
Solidarietà inoltre a Paolo Berizzi, giornalista sotto scorta che è attaccato in modo seriale da Forza Nuova da quando è uscito il libro, che loro hanno ribattezzato InfamItalia. Insulti, minacce, striscioni appesi di notte, blitz a scopo intimidatorio: come quello alla Feltrinelli di Padova del 28 maggio 2018, dove uno dei militanti neofascisti entrati in sala si è messo a scattare fotografie all’autore, agli ospiti relatori e al pubblico. Siamo ai livelli di Schedatura dossieraggio.
Da quando vive sotto scorta, anziché calmarsi i gruppi di estrema destra hanno raddoppiato la dose delle minacce.
E’ questa la Verona dell’accoglienza e della tolleranza dove non è nemmeno possibile presentare un libro?
La cosa che fa più specie è il silenzio tombale del Sindaco, che dovrebbe sentirsi parte offesa in quanto evento organizzato in una sala comunale.
Chiedo al sindaco da che parte sta, se dalla parte di chi minaccia di morte le persone o da parte di chi lavora onestamente per mettere in luce alcune delle pagine più nere della nostra nazione!?
Mi auguro almeno in una telefonata di solidarietà del sindaco al giornalista
A seguito della tensione di queste ore, ha annunciato la sua presenza all’evento anche il direttore di Repubblica Carlo Verdelli

 

Federico Benini

Fonte;  facebook

 

 

Lunedì 10 Giugno 2019

 

Dal profilo facebook di Forza Nuova

Apprendiamo ora che il giornalista comunista Paolo Berizzi vorrebbe presentare la sua più famosa farsa editoriale a Verona il prossimo 26 giugno addirittura sotto lo stadio Bentegodi, cuore pulsante di Verona calcio e Verona città.
Invitiamo nell’immediato l’amministrazione comunale nella persona del Sindaco Sboarina a non concedere sia l’adiacente Sala Lucchi né altre sale pubbliche a chi viene appositamente per infangare il nome della nostra città a scopo di lucro sputando gratuito odio comunista su Verona ed i Veronesi.
Siamo sicuri che Verona ed i Veronesi sapranno levare gli scudi e respingere questa deliberata ed inaccettabile provocazione e per questo già da ora Forza Nuova Verona annuncia l’adesione a qualsiasi forma mobilitazione di piazza atta a bloccare ed impedire anche fisicamente questa infame sfida alla nostra città.

Fonte:  facebook

 

 

RASSEGNA STAMPA

Lunedì 17 Giugno

Risultati immagini per huffington post logo Verona litiga su NazItalia. Consigliere Bacciga lancia petizione per fermare la presentazione. Il dem Benini: “Inaccettabile”

L’appello su Change.org firmato dal consigliere comunale famoso per la storiaccia del saluto fascista. Berizzi: “Dopo le minacce di FN e ultrà ci si mettono anche le istituzioni”

 

Sabato 15 Giugno

VERONASERA  Berizzi a Verona per “Nazitalia”: tra minacce, solidarietà e silenzi ci sarà il direttore Verdelli

Il direttore di “Repubblica” ha annunciato la sua presenza all’evento in segno di solidarietà, mentre il consigliere Pd Benini chiede al sindaco Federico Sboarina di prendere posizione

 

logo_vvox_small  “Nazitalia” a Verona, minacce social al giornalista Berizzi

 

Venerdì 14 Giugno

VERONASERA  Berizzi presenta “Nazitalia” a Verona, insulti sul web. FN: «Impedirlo anche fisicamente»

Forza Nuova Verona ha annunciato «l’adesione a qualsiasi forma di mobilitazione di piazza atta a bloccare ed impedire anche fisicamente questa infame sfida alla nostra città

 

Risultati immagini per articolo 21 logo Verona, nuove minacce dai neofascisti a Paolo Berizzi. Fnsi: «Le autorità intervengano»

I gruppi dell’estrema destra della città chiamano a raccolta i propri accoliti per impedire al giornalista di Repubblica, costretto a vivere sotto scorta per via delle sue inchieste, di presentare il libro NazItalia. La solidarietà al collega di Federazione della Stampa e Sindacato giornalisti Veneto.

 

La bufala di Andrea Bacciga – Assemblea 17 Dicembre

Domenica 23 giugno 2019

immagine 1058 Fake

 

L'immagine può contenere: testoVogliamo mettervi al corrente del modo subdolo con cui Bacciga ha costruito una vera e propria fake news. Ricorderete che la mozione n°1058, da lui presentata e successivamente approvata dalla maggioranza, chiedeva di modificare, al momento dell’emissione della Carta d’Identità, la dicitura “GENITORE 1” e “GENITORE 2” con “PADRE” e “MADRE”. Il tutto, scriveva Bacciga nella sua mozione, come da Decreto Ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Abbiamo appurato però che proprio il DM pubblicato in Gazzetta Ufficiale non cita mai “GENITORE 1” e “GENITORE 2” come termini da sostituire ma la classica formula “GENITORI O TUTORI IN CASO DI MINORI”.

Da tutto questo si evince che la dicitura che Andrea Bacciga vorrebbe cancellare non è mai esistita! Una svista? Uno scivolone?

Noi crediamo si tratti di altro. Il tentativo è quello di rappresentare una forzatura della “Lobby Lgbt” alla quale lui, esponente dell’estrema destra, in questo caso in rappresentanza di un governo a lui politicamente vicino, mette rimedio.

In realtà appare chiaro come la forzatura vi sia stata, ma proprio da parte di un governo che ha inteso, con questa modifica, spostare una definizione neutra ad un’altra più vicina al portato ideologico della cosidetta “famiglia naturale”.

In fondo è la stessa logica utilizzata con l’invenzione della “Teoria gender”, che dovrebbe rappresentare agli occhi dell’opinione pubblica una pericolosa minaccia costituita da persone “pervertite” (come affermava ad esempio Massimo Gandolfini creatore del Family Day condannato a Verona per diffamazione), pronte a circuire i nostri figli. Tutto questo per giustificare una campagna omofoba mirata a non concedere diritti alle persone e alle famiglie Lgbt+, campagna della quale Verona è capofila già dal 1995, quando le mozioni omofobe promosse dall’Amministrazione di Verona impedirono il recepimento delle direttive europee in materia di pari opportunità alla persone omosessuali.

Tornando infine alla mozione fake di Andrea Bacciga, resta da capire se, vista la palese falsità che contiene, possa essere annullata!

Fonte: facebook

Superbeton pronta a lasciare Montorio»

Domenica 23 giugno 2019       Logo-Corriere-del-Veneto-

 

Risultati immagini per la lotta contro superbeton a montorio

 

VERONA (l.a.) Potrebbe essere vicina una svolta nel «caso Superbeton», la fabbrica da anni contestata dai residenti di Montorio quale «produttrice» d’inquinamento e cattivi odori in vicinanza dell’abitato. Il consigliere regionale leghista Enrico Corsi, che aveva riaperto il caso anche con una lettera all’Arpav, ha incontrato il responsabile del settore Ambiente di Superbeton, Giandomenico Spinato.«Un colloquio positivo – spiega Corsi – in cui ho ribadito le particolari esigenze ambientali di Montorio». Risposta dell’azienda? «Il dottor Spinato – spiega Corsi – mi ha detto che l’azienda ha dato incarico all’Università di Udine per nuove analisi, ma ha già acquistato un nuovo sito, accanto alla Statale 434, per trasferirvi oltre il 50% della produzione. E l’azienda ha ribadito la disponibilità ad un completo trasferimento purché da Palazzo Barbieri arrivino tutte le autorizzazioni». Una delle ipotesi di nuovo sito per Superbeton è quella dell’area di fronte al centro Emmaus. (l.a.)

 

Porti aperti – Lo striscione che resiste!

  Sabato 22 giugno 2019  veramente

 

 

Da due settimane il lenzuolo con la scritta PORTI APERTI gira per le case della Valpolicella.

Nato come gesto di protesta durante la visita del Ministro degli Interni a Negrar a sostegno del candidato sindaco della Lega, l’iniziativa PORTI APERTI ha avuto l’appoggio di altri cittadini/e, che assieme a Gabriele Fedrigo hanno deciso di esporre il lenzuolo ai balconi e alle finestre delle loro case.

Le nostre case non sono solo il luogo degli affetti e di una vita privata purtroppo sempre più fagocitata dai social media, ma anche luoghi di resistenza, presidi di una possibilità altra di stare insieme. Se è vero che di tempo per affacciarci alle finestre e vedere che succede intorno a noi non ne è rimasto più; se è vero che viviamo sempre più distrattamente e sempre più succubi del generale menefreghismo che ha occupato le nostre anime, decidere di esporre un lenzuolo alle finestre con scritto PORTI APERTI, è in primo luogo un segnale mandato a se stessi di risveglio della coscienza e di presa d’atto che ciò che accade nel mare Mediterraneo riguarda terribilmente tutti noi, anche gli abitanti di una Valpolicella sempre più incancrenita e resa culturalmente sterile da un capitale vitivinicolo che l’ha sfigurata, resa malata e rimbecillita.

PORTI APERTI non è solo un voler dire no a una politica migratoria che condanna gli uomini alla sofferenza e alla morte in mare e sulle coste, non è solo un grido di protesta nel deserto.
PORTI APERTI vuol essere il vessillo di una cultura che fa delle differenze un punto di forza e di proiezione verso il futuro.
Vuol essere una possibilità con cui si fa memoria di una cultura, la nostra, che si è nutrita, e questo da sempre, di ciò che il Mediterraneo portava sulle nostre coste.

Che sarebbe stata la cosiddetta cultura ‘italiana’ senza i fenici, i greci, gli arabi, i bizantini, gli ebrei? E, ancora, solo per ricordare i più conosciuti, da nord, che sarebbe stata senza i celti, i normanni, i longobardi e gli svevi? E’ intollerabile vivere e continuare a vivere nel nostro usurato perbenismo borghese imbottito di una cultura di morte, sapendo che fratelli e sorelle nostre, uomini e donne come noi, martoriati dalle guerre, dalla miseria e dalla fame, in fuga dalle persecuzioni e dallo sfruttamento, sono lasciati in mare o nei campi di detenzione libici a morire.

Bisogna forse ricordare che l’Italia e l’Europa saranno sempre in debito nei confronti delle popolazioni africane massacrate dal colonialismo e dal neocolonialismo?
Come possiamo ancora essere ciechi nei confronti degli esodi di intere popolazioni dovuti a guerre, carestie, impoverimento sempre più diffuso e profondo e, non da ultimo, da cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo habitat plurimillenari ?
Cambiamenti di cui conosciamo le responsabilità delle economie europee che si spacciano come progressiste.

Noi siamo quel che siamo perché portiano nel nostro sangue flussi secolari di continue migrazioni di DNA, culture, simboli, storie e narrazioni. Noi viviamo perché siamo PORTI APERTI al mondo ed è in nome di questa apertura che non conosce confini, priva di fili spinati e di muri, che dobbiamo rimodellare un modo di stare al mondo non più plasmato dalla paura, dalla retorica della paura e da chi, fra i politici nostrani, gonfi solo del loro narcisismo e della loro sete di potere, fa della paura il grimaldello del loro mantenimento al potere e del loro esercizio di potere. Politici incapaci di capire come sta andando il pianeta, ottusi nei confronti delle emergenze planetarie in cui versano i viventi a causa dell’uomo.

E’ contro questa politica di chiusura che sta portando la democrazia italiana e i valori sanciti dalla nostra carta costituzionale alla sua liquefazione, che vogliamo portare nelle nostre corti, alle finestre delle nostre case, nei nostri cuori, PORTI APERTI.
Tutti possono aderire all’iniziativa di ospitare il lenzuolo alle finestre e ai balconi delle nostre case. Siamo già una decina di cittadini ma contiamo di essere molti di più. Vogliamo che il lenzuolo faccia il giro d’Italia. E che il passaggio da casa a casa sia un momento d’incontro e di riflessione sottratto alla fretta e al frastuono che ci opprime.

Se vuoi aderire all’iniziativa scrivi a: portiaperti2019@gmail.com

Fonte: veramente Porti Aperti

Corte dei Conti, Sez. Controllo: rendiconto 2017 Fondazione Arena. Esposizione debitoria critica

Sabato 22 giugno 2019      verona-news

 

 

Documenti:

icona_pdf  La Determinazione n°67 della Seconda sezione di Controllo sugli Enti pubblici della Corte dei Conti inerente il rendiconto di bilancio 2017 delle 14 Fondazioni lirico-sinfoniche

 

Per visualizzare altri materiali su FONDAZIONE ARENA clicca sull’immagine sottostante

 

Risultati immagini per approfondimenti

 

 

Risultati immagini per corte dei conti logoSecondo la relazione dei giudici della Sezione Controllo Enti della Corte dei Conti, relativamente al rendiconto 2017, resta critico per la Fondazione Arena il versante dell’esposizione debitoria ed è ancora del tutto inadeguata la contribuzione degli enti territoriali. Il costo del personale è in netta flessione, ma resta il più elevato fra le Fondazioni oggetto di monitoraggio.

«I segnali incoraggianti che emergono dall’analisi dei risultati del 2017 alleggeriscono solo in parte le criticità strutturali attinenti, principalmente, all’insufficiente patrimonializzazione di molte delle Fondazioni e alla perdurante esposizione debitoria».

E’ quanto rileva la Sezione Controllo Enti della Corte dei Conti, nella Determinazione del 6 giugno 2019, n. 67, depositata in Segreteria il 13 giugno 2019, relativamente alla relazione sui rendiconti 2017 di 14 fondazioni lirico-sinfoniche italiane.

«In particolare – scrive la Corte – per 9 fondazioni assoggettate ai piani di rientro previsti dalla legge di riforma n. 112 del 2013 si registrano miglioramenti gestionali. Si tratta dell’Opera di Roma, del San Carlo di Napoli, del Maggio musicale fiorentino, del Massimo di Palermo, del Comunale di Bologna, del Lirico di Trieste, del Carlo Felice di Genova, del Petruzzelli di Bari e dell’Arena di Verona».

Al di là delle eccezioni indicate, le fondazioni presentano caratteri comuni. La governance è controllata dallo Stato che provvede all’assegnazione dei finanziamenti. I contributi dipendono dal Fondo Unico per lo Spettacolo. L’apporto finanziario di Regioni ed Enti locali è modesto e tardivo. costi strutturali sono eccessivi, soprattutto per il personale e le nuove produzioni, che non sono sufficientemente ammortizzate da un adeguato numero di rappresentazioni, e svolgono un’insufficiente attività di fund raising a causa di una carente politica pubblica di incentivazione di sponsor e privati, con conseguenti ricavi da biglietteria e abbonamenti non rapportabili all’importanza della tradizione musicale italiana.

«Contributi al miglioramento della complessa situazione del panorama operistico nazionale possono giungere dalla creazione di sistemi integrati a livello regionale e interregionale, dalla valorizzazione del prodotto italiano all’estero e delle coproduzioni nazionali e internazionali e dal perseguimento di economie di scala nelle tipologie di offerta lirico-teatrale», conclude la Corte. 

Per quanto riguarda la Fondazione di Verona (qui estratto pagg. 207-229) nella relazione si legge che dal 12 al 29 settembre 2017 si è svolta nei confronti della Fondazione Arena di Verona una verifica amministrativo-contabile disposta dal MEF, in esecuzione della direttiva del Ministro dell’economia e delle finanze, nella quale sono state evidenziate irregolarità e carenze riguardanti il quinquennio 2012-2016. Copia della suddetta verifica amministrativo contabile è stata inviata alla Procura regionale della Corte dei conti presso la Regione Veneto per l’eventuale accertamento di responsabilità per danno erariale.

La Fondazione ha fornito controdeduzioni alla suddetta verifica amministrativo contabile con
nota 28/06/2018. A conclusione dell’indagine ispettiva e fatte salve le eventuali
determinazioni della Procura regionale della Corte dei conti, il MEF, con nota del 21/09/2018, ha considerato superate alcune questioni, mentre ha confermato i rilievi riguardanti, tra gli altri:

  1. l’iscrizione di un contributo straordinario deliberato dalla Giunta comunale di Verona con
    atto di indirizzo politico, ma privo di titolo giuridicamente vincolante, adottato nel 2013; ma con una imputazione a provento nel bilancio d’esercizio 2012;
  2. l’inadeguata programmazione della gestione finanziaria in sede di redazione dei budget
    annuali e dei preventivi, in particolare derivante da imprudente e non corretta stima dei
    ricavi attesi, tale da assicurare un artificioso pareggio di bilancio con conseguente
    aggravamento della consistenza dei debiti della Fondazione;
  3. l’avvio della gestione del polo museale Amo (Arena Museo Opera) in assenza di un’idonea istruttoria e non corretta ponderazione del rischio economico connesso all’impresa, violando l’obbligo di operare secondo criteri imprenditoriali e producendo rilevanti perdite per la Fondazione;
  4. l’irregolarità dell’accordo integrativo aziendale del 2 maggio 2017 per il mancato rispetto
    dell’iter procedurale previsto dalla norma, tra cui la mancata quantificazione dei costi
    contrattuali e la loro certificazione da parte della Corte dei Conti;
  5. l’erogazione di trattamenti aggiuntivi, in particolare premi di produttività variamente
    denominati, in relazione ad esercizi chiusi in perdita e svincolati dalla sussistenza di
    oggettivi parametri di risultato;
  6. la mancata riduzione del 10 per cento del trattamento retributivo del Sovrintendente e il
    riconoscimento del trattamento di fine rapporto a titolo di lavoratore subordinato;
  7. il conflitto di interessi tra la carica di Direttore amministrativo della Fondazione e
    Amministratore unico della società partecipata Arena Extra s.r.l.;
  8. le anomalie nella procedura di selezione e nella determinazione del compenso dei dirigenti collaboratori del Sovrintendente;
  9. la mancata acquisizione del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) sia in fase di gara che di pagamento delle prestazioni agli appaltatori di forniture di beni e servizi nonché inadempimento degli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari, con conseguente nullità dei contratti stipulati;
  10. l’illegittimo ricorso ad affidamenti diretti e procedure negoziate in assenza dei presupposti normativi e della prevista motivazione ed errata determinazione dell’importo a base di gara per l’appalto dei servizi tecnici ed audio;
  11. le varie irregolarità nelle procedure seguite per la selezione dei fornitori di beni e servizi e delle imprese per l’affidamento di forniture e servizi;
  12. il mancato ricorso alle convezioni Consip per i servizi di telefonia e di energia elettrica per il periodo antecedente al 2014, cioè prima dell’esclusione dall’elenco Istat;
  13. gli irregolari ricorsi a rinnovi e proroghe per gli affidamenti di alcuni servizi;
  14. l’illegittimo ricorso a procedure di transazioni, elusione dei principi di libera concorrenza,
    non discriminazione e di economicità, efficienza, parità di trattamento degli operatori
    economici.

La Ragioneria Generale dello Stato ha segnalato, richiamo ribadito anche dal Mibac-Direzione Generale Spettacolo Servizio II il 25/09/2018 – che la Fondazione è tenuta a procedere all’accertamento delle responsabilità nei confronti dei soggetti titolari dei procedimenti amministrativi che possano aver dato luogo ad eventuali ipotesi di danno erariale e ad attuare tutti gli atti interruttivi della prevista prescrizione, al fine di tener indenne la Fondazione da qualsiasi pregiudizio derivante da attività poste in essere dai propri funzionari, anche nel caso di mancata completa conclusione delle azioni avviate. La Fondazione con note del 12 e 15 ottobre 2018 ha dichiarato che sono in corso le verifiche per l’accertamento delle responsabilità nei confronti dei soggetti titolari dei procedimenti amministrativi in grado di dar luogo ad eventuali ipotesi di danno erariale.

In tema di contributi pubblici, il giudici ricordano che la Fondazione ha impugnato presso il TAR Lazio il riparto FUS per il 2014 previsto dal decreto Mibac 3 febbraio 2014. Il tribunale, all’esito dell’udienza del 12/02/2015, ha depositato il 22/03/2016 la sentenza che accoglie parzialmente le istanze promosse dalla Fondazione. Il Consiglio di Stato, intervenuto sull’appello proposto dal Mibac, ha annullato la sentenza con rinvio della causa al primo giudice ai fini dell’integrazione del contraddittorio con le altre Fondazioni liriche.

Si segnala, inoltre, che la Guardia di Finanza (Nucleo Polizia Tributaria di Verona) ha concluso un’ispezione (processo verbale di constatazione del 27/03/2017) contestando violazioni sostanziali in materia di Iva (omessa fatturazione di operazioni imponibili e presentazione di dichiarazione annuale infedele), relativamente all’operazione di conferimento di ramo d’azienda effettuata nei confronti della controllata Arena extra s.r.l. nel 2013 (ora Arena di Verona S.r.l.). Nel mese di novembre 2017 la Fondazione ha sottoscritto l’atto di adesione all’accertamento dell’Agenzia delle entrate che prevede il pagamento dell’Iva, degli interessi e delle sanzioni (euro 2.704.900 da rimborsare in 16 rate semestrali di euro 169.056 ciascuna).

Il bilancio 2017 espone un utile di euro 656.989, mentre era di euro 367.617 nell’esercizio 2016, riconducibile essenzialmente al saldo positivo (euro 1.350.692) della gestione caratteristica, che riesce a compensare le imposte d’esercizio e il saldo negativo dei movimenti finanziari, ancorché inferiore al 2016. Il patrimonio netto complessivo (pari ad euro 18.802.122) conseguentemente cresce del 3,6% per effetto del predetto utile d’esercizio.  Il primo Consiglio di indirizzo post commissariamento si è riunito l’8 gennaio 2018. La Fondazione evidenzia un miglioramento della gestione caratteristica che, date le specificità, consentirebbe uno sviluppo ancora maggiore fino a farla divenire, come segnalato anche dal Commissario Straordinario del Governo, un’eccellenza sotto diversi punti di vista (economico, culturale e sociale). Persistono al momento diverse aree critiche dal punto di vista finanziario della Fondazione (stock debitorio superiore ad euro 26 milioni) fronteggiabili sia attraverso l’utilizzo del suddetto fondo di rotazione sia con la piena attuazione di tutte le azioni previste nel Piano di risanamento e, in particolare, con l’individuazione di adeguate entrate da parte degli enti locali soci o dai privati che tengano conto del grande vantaggio competitivo che l’Arena con la popolarità delle sue manifestazioni riesce ad offrire all’intero territorio regionale. Tale sostegno finanziario permetterebbe di modificare strutturalmente la dimensione del debito e migliorare la patrimonializzazione oltre a liberare risorse economiche utili per l’ulteriore sviluppo della Fondazione in ambito nazionale e internazionale.

Il bilancio d’esercizio 2017 è stato certificato da una società di revisione, che ne ha attestato la conformità alle norme che ne disciplinano la compilazione ed ha, peraltro, posto l’attenzione sul valore negativo del patrimonio disponibile della Fondazione e sull’appropriatezza dell’utilizzo da parte del Sovrintendente del presupposto della continuità aziendale. Il Collegio dei revisori dei conti, nel condividere, nella propria relazione le osservazioni della società di revisione, non ha rilevato motivi ostativi alla sua approvazione e alla destinazione dell’utile d’esercizio proposta dal Sovrintendente.

La situazione patrimoniale – Nell’attivo patrimoniale risulta ridotta del 17,4 per cento la consistenza complessiva delle immobilizzazioni materiali tra le quali spiccano le voci fabbricati e terreni (pari ad euro 8.222.606) riguardanti immobili conferiti al patrimonio della Fondazione dal Comune di Verona nel corso del 2008 e del 2012 (utilizzati come magazzini, stabilimenti di produzione e sale prove) e altri beni (per complessivi euro 1.087.662) riferibili in gran parte ad allestimenti scenici (euro 939.087)220, oltre agli impianti e macchinari (euro 838.485). Quasi immutate immobilizzazioni finanziarie (euro 12.373.329 a fine 2017). L’attivo circolante (+4,6 per cento) comprende, tra l’altro, oltre alle disponibilità liquide pari ad euro 163.610, le rimanenze (euro 209.415) e, soprattutto, i crediti verso: l’Erario per Iva e Irap (euro 1.060.534 rispetto ad euro 234.707 nel 2016)222, clienti (euro 649.962), altri (diminuiti da euro 1.538.884 a euro 560.491)223, Arena di Verona S.r.l. (euro 2.687.779 a fronte di euro 475.235 nel 2017)224 nonché enti pubblici per contributi deliberati, ma non ancora erogati, a sostegno dell’attività della Fondazione (euro 417.459). In flessione del 64,4 per cento i ratei e risconti attivi.

I debiti, cresciuti dell’1 per cento, e pari a quasi 27 milioni di euro, rappresentano la voce prevalente (il 70% circa) del passivo patrimoniale: tra di essi si segnalano, in particolare, quelli verso fornitori, scesi da euro 12.866.036 a euro 7.388.453. Seguono, quanto a consistenza, quelli verso banche sostanzialmente invariati (euro 2.780.153 ed euro 2.731.554 rispettivamente nel 2016 e nel 2017). In crescita risultano invece i debiti  tributari passati da euro 2.561.394 ad euro 5.484.123 per la persistente carenza di liquidità che ha caratterizzato anche il 2017 e che non ha permesso alla Fondazione di versare nella seconda metà dell’esercizio le ritenute erariali a carico del personale dipendente e autonomo oltre ad alcuni versamenti Iva, il cui ravvedimento operoso, con totale conseguente estinzione del debito, è avvenuto a gennaio 2018. Tra i debiti di minore peso si rilevano quelli: verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale (1.818.468 nel 2016 ed euro 1.125.968 nel 2017), verso imprese controllate (euro 455.565), per costi relativi a serate extra lirica da rimborsare ad Arena di Verona S.r.l e alla gestione di Arena museo opera (Amo), verso il Comune di Verona (euro 740.847 essenzialmente per i canoni di concessione di palazzo Forti per Arena museo opera) e altri debiti, costituiti principalmente dagli anticipi dei biglietti per rappresentazioni della stagione successiva (euro 3.175.720 ed euro 3.783.967, rispettivamente nel 2016 e nel 2017) nonché, oltre a debiti diversi e, dagli impegni nei confronti del personale (per retribuzioni pregresse e per ferie non godute), che risultano in aumento nel 2017 a causa della ritardata erogazione di alcuni premi previsti dal Ccnl. Il Fondo rischi ed oneri (- 30 per cento) si riferisce agli accantonamenti annuali per vertenze verso dipendenti e a copertura dei debiti di ammontare incerto verso fornitori. Si rammenta che, nel 2016 la Fondazione aveva provveduto ad effettuare un accantonamento di euro 1.773.000 per passività potenziali a fronte – come indicato in precedenza – sia di una contestazione della Guardia di Finanza per l’operazione di conferimento di ramo d’azienda effettuata a beneficio della controllata Arena Extra S.r.l. (oggi Arena di Verona S.r.l.) sia di due ravvedimenti operosi che la Fondazione ha posto in essere nel 2017 a seguito di mancati versamenti di imposte nel corso del 2016, principalmente Iva e ritenute erariali sul costo del lavoro. L’adesione all’accertamento sottoscritto con l’Agenzia delle entrate nel novembre 2017 ha consentito una riduzione delle sanzioni stimate e una conseguente liberazione di fondi esuberanti per euro 856.546 inseriti tra le sopravvenienze attive del conto economico.

La situazione economica – Il risultato economico del 2017 (utile di euro 656.989) conferma, migliorandolo del 78,7%, l’andamento positivo iniziato nell’esercizio precedente (euro 367.617), che si era chiuso in controtendenza con le consistenti perdite registrate nel biennio 2014-2015. Il positivo esito gestionale è dovuto, in sintesi, alla contrazione dei costi della produzione (2,2%) superiore a quella parallela del valore della produzione (2%). Ne consegue un saldo positivo della gestione caratteristica (pari ad euro 1.350.692 a fronte di euro 1.287.560 nel 2016) in presenza di un miglioramento del saldo negativo tra proventi ed oneri finanziari (ridottosi da euro 385.126 ad euro 296.272). Il quadro che ne emerge è di sostanziale conferma delle buone performance di mercato e operative conseguite già nel 2016 (nel 2017 sono aumentate le rappresentazioni presso l’Arena ed al Teatro Filarmonico) e di aderenza dei risultati previsti nel Piano di risanamento 2016-2018.

Considerazioni di sintesi – La Fondazione Arena presenta:

  1. una situazione patrimoniale problematica, anche se in leggero miglioramento grazie all’attivo registrato nell’esercizio. A un fondo di dotazione negativo si aggiungono le perdite di anni pregressi portate a nuovo. Il patrimonio netto resta ancora molto inferiore al valore degli immobili conferiti in uso gratuito (fra i quali l’Arena e il Teatro Filarmonico);
  2. un considerevole indebitamento, pari a quasi 28 milioni di euro e a oltre il 70% delle passività, in aumento, sia pur lieve (+1%), dopo la ulteriore riduzione degli ultimi due anni (-7,1% nel 2016). L’esposizione è in particolare verso i fornitori (in diminuzione da 12,9 a 7,4 milioni di euro) e soprattutto verso l’erario (i debiti tributari crescono da 2,6 a 5,5 milioni) mentre è in ulteriore leggera diminuzione l’indebitamento verso gli istituti bancari (arrivato a poco più di 2,7 milioni). In aumento quasi tutte le altre voci considerate minori;
  3. una contribuzione da parte dei soci fondatori in ulteriore contrazione nel complesso (- 22,6% a seguito della netta flessione del 2016 pari a -34%) dopo l’aumento registrato nel 2015, e pari al 16,3% del totale dei contributi (20,3% e 29,4% rispettivamente nel 2016 e nel 2015), un valore ormai non migliore di quello di diverse altre Fondazioni lirico-sinfoniche;
  4. una contribuzione degli enti pubblici in aumento ma solo grazie all’apporto dello Stato, in crescita del 7,7%, dopo la diminuzione di pari entità registrata nel 2016, che incide per oltre il 70% del totale dei contributi. Diminuiscono i contributi degli enti locali: del 24,3% quello del Comune (che ammonta a 1,6 milioni) che era però più che triplicato nell’esercizio precedente, del 20% quello della Regione, di entità piuttosto modesta (640mila euro). Nell’insieme gli enti territoriali contribuiscono quindi per il 16,3%, un’incidenza sul totale lontana da quanto sarebbe ragionevolmente auspicabile;
  5. ricavi da vendite e prestazioni in crescita (+3,5%), tendenza che negli ultimi due esercizi sembra consolidarsi, dopo la crisi degli anni immediatamente precedenti. Si è registrato nell’esercizio in esame un aumento dell’offerta di spettacoli del festival areniano e del Teatro Filarmonico cui hanno fatto riscontro un netto calo sia delle sponsorizzazioni (di quasi un milione di euro: è stato così annullato l’aumento dell’anno precedente) sia degli introiti da concessioni dell’Arena per serata “extra lirica”. Il dato relativo agli introiti da biglietteria, in crescita di quasi 800mila euro (l’aumento del numero degli spettatori è di circa 10mila) è notevole, inferiore soltanto a quello della Scala nell’ambito lirico-sinfonico nazionale e tale da portare il contributo dei ricavi al valore della produzione dal 45 al 47%;
  6. un valore della produzione in diminuzione rispetto all’esercizio precedente (-2%) – tuttora superiore, peraltro, a quella di gran parte delle altre Fondazioni lirico-sinfoniche -a fronte di una contrazione dei costi del 2,2%;
  7. un costo del personale (al netto di quello scritturato) in leggero aumento (+1,4%) dopo la decisa diminuzione (-15,5%) del 2016, pari al 48% dei costi di produzione, ma tale da rappresentare quasi il 125% dell’intero ammontare dei contributi, incidenza davvero troppo elevata.

La Fondazione ha una posizione del tutto particolare nel panorama lirico-sinfonico italiano. Dipende essenzialmente dalla forte capacità di richiamo del festival areniano, anche per la qualità delle rappresentazioni offerte e per la elevata risposta del pubblico durante la stagione degli spettacoli all’aperto, mentre non ha analogo successo l’offerta del Teatro Filarmonico e del teatro Ristori nel resto della stagione.

È da evidenziare la scarsa partecipazione degli enti locali che, pur beneficiando del prestigio della rassegna lirica veronese, contribuiscono in misura assai modesta al sostegno economico della stessa. Nella prima relazione semestrale per il 2018, relativa al consuntivo 2017, il Commissario straordinario pone in evidenza come la positiva gestione caratteristica della Fondazione, con le buone performance di mercato mostrate nell’anno, si accompagni però a uno stato di criticità degli aspetti finanziari e patrimoniali. L’elevata esposizione debitoria appare difficile da fronteggiare con la sola capacità di autofinanziamento derivante dall’operatività corrente. La seconda relazione semestrale, relativa al primo semestre 2018, indica però un sostanziale miglioramento della condizione economico-finanziaria, con un positivo incremento della dotazione patrimoniale e un maggior impegno dei soci fondatori nel sostenere la Fondazione.

Tutti gli indici di performance commerciale sono poi in crescita tendenziale, salvo per quanto riguarda i risultati del “Filarmonico” sempre deludenti. Resta invece critico il versante dell’esposizione debitoria e appare ancora del tutto inadeguata la contribuzione degli enti territoriali. Il costo del personale appare in flessione, migliore anche degli obiettivi del piano, ma resta il più elevato fra le Fondazioni oggetto di monitoraggio.

Fonte: verona-news Corte dei Conti, Sez. Controllo: rendiconto 2017 Fondazione Arena. Esposizione debitoria critica

 

 

 

 

 

 

 

La Festa della Curva Sud – ed.2019

 

basta spazi per i nazzifascisti

Sabato 22 giugno, si è tenuta l’ennesima edizione della Festa della Curva Sud, vero e proprio germinaio di esibizioni nazifasciste.

 

 

Giovedì 20  giugno

LETTERA AL PREFETTO e al SINDACO. spedita da ANPI VERONA

 

Al Prefetto Verona dott. Donato Giovanni CAFAGNA

AnpiAl Sindaco di Verona Avv. Federico Sboarina

 Verona, 20 giugno 2019

Oggetto: Festa della Curva Sud di sabato 22 giugno 2019

 

 E’ prevista anche quest’anno, per sabato 22 p.v., la Festa della Curva Sud, cioè della parte più estremista della tifoseria della squadra di calcio Hellas Verona.
Negli anni passati è stata l’occasione per espressioni che nulla avevano a che fare con lo sport ed è più volte diventata teatro di iniziative con esplicito richiamo al fascismo ed al nazismo. Ricordiamo, nel 2014, le macchine disposte a formare una svastica.
In particolare due anni fa, l’organizzazione dell’evento era gestita dalla stessa associazione che ha ottenuto l’autorizzazione anche per quest’anno, Verona Walls. Quella edizione è da tutti ricordata per i cori e gli apprezzamenti ad Hitler e Rudolf Hess. Eventi di tale natura sono avvenuti anche recentemente in occasione della festa per la promozione del Verona in serie A. Si tratta quindi di esplicite manifestazioni di apologia del fascismo e del nazismo condannate dalla storia oltre che dalle leggi italiane in vigore.
Per ANPI e, lo ribadiamo, anche per la Costituzione Italiana ed il nostro ordinamento legislativo, sono  invece manifestazioni inaccettabili e da perseguire.
Ci rivolgiamo a Lei, in prossimità dell’evento previsto per sabato 22 perchè non vorremmo, a posteriori, dover lamentare fatti che, senza un adeguato controllo preventivo, sono purtroppo largamente annunciati e prevedibili.
Confidando nel suo autorevole e puntuale intervento Le porgiamo distinti saluti.
Presidente Comitato Provinciale ANPI Verona Tiziano Gazzi
“ VERONA” CITTA’ DECORATA DI MEDAGLIA D’ ORO AL VALOR MILITARE

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Mercoledì 19 giugno 2019

COMUNICATO STAMPA dell’ASSEMBLEA 17 DICEMBRE

BASTA SPAZI PUBBLICI AI NAZIFASCISTI

L'immagine può contenere: testoSabato 22 giugno si terrà a Verona, nel Vallo di Via Città di Nimes, la consueta Festa della Curva Sud.
In realtà l’ampiezza dell’iniziativa non coincide con tutti i gruppi e le individualità presenti nella Curva dell’Hellas Verona. Vi è infatti una buona parte della tifoseria scaligera nettamente contraria al comportamento di formazioni che, celandosi dietro la parola “goliardia”, cercano in realtà di veicolare contenuti politici di matrice nazifascista. Purtroppo la violenza espressa da questi ultimi inibisce e spaventa gli altri tifosi, che faticano ad uscire allo scoperto.
Ad organizzare e gestire la Festa della Curva Sud sono quindi le formazioni politiche che fanno capo all’estrema destra, da Forza Nuova a Casa Pound fino a Fortezza Europa.
A richiedere i permessi e la concessione dello spazio al Comune di Verona non sono però quei partiti politici, ma delle associazioni “di comodo” legate a quell’ambiente. Per questa edizione è stata rispolverata l’Associazione Verona Walls, responsabile di ciò che accadde nel 2017, quando i cori nazisti e gli apprezzamenti a Hitler e ad Hesse pronunciati dal palco dal dirigente di Forza Nuova Luca Castellini umiliarono Verona davanti a tutta l’Italia.
In quell’occasione il sindaco Federico Sboarina e la sua maggioranza faticarono davvero molto nel votare una mozione che impegnava il consiglio comunale a condannare l’accaduto. La mozione, approvata solo due mesi dopo i fatti, e dopo aver creato in un primo tempo una frattura nella Giunta comunale, è evidentemente lettera morta, vista la concessione di oggigiorno alla stessa associazione. Tutto ciò certifica, se ve ne fosse ancora bisogno, la vicinanza se non la subalternità dell’attuale amministrazione ai gruppi dell’ultradestra.
A riprova di quanto affermiamo, nonostante gli stessi cori si siano ripetuti recentemente durante i festeggiamenti per la promozione in serie A della squadra scaligera, va registrata la posizione del sindaco Sboarina, che ha dichiarato che lui, quei cori, pur essendo nel bel mezzo dei festeggiamenti, non li ha sentiti. Deve essere davvero pesante il dazio che la giunta deve pagare in cambio delle migliaia di voti arrivati anche dall’estrema destra!
Ma se tali comportamenti si ripeteranno ancora una volta durante la nuova edizione della festa, il Comune di Verona non potrà che essere ritenuto responsabile, politicamente e, riteniamo, penalmente, per aver concesso spazi comunali alla stessa associazione che precedentemente ha di fatto messo in scena un’apologia al nazismo. Non servirà allora puntare il dito contro chi denuncerà pubblicamente le eventuali derive accusandolo di infangare il buon nome di Verona, perché è chiaro che questo tentativo di ribaltare le responsabilità non funziona più.
Speriamo inoltre che non vi sia nessuno così ipocrita da appellarsi alla “libertà di espressione”, come già accaduto in passato, perché se da un lato il nostro sistema normativo la garantisce, dall’altro punisce severamente chi la utilizza strumentalmente per farne apologia di fascismo e al nazismo.
Fino ad ora ci pare che il solo consigliere Michele Bertucco si sia esposto chiedendo che non vengano concessi gli spazi pubblici per la Festa. Ci auguriamo che anche le altre forze di minoranza che siedono a Palazzo Barbieri non si rendano complici silenti dell’ennesimo sfregio ad una città che, nonostante i tentativi di revisionismo storico del consigliere Andrea Bacciga, resta pur sempre insignita della Medaglia d’oro alla Resistenza. Basterebbe chiedere chiarimenti e pretendere il rispetto delle normative che regolano l’iter (non ancora concluso) del passaggio di beni, come nel caso del Vallo in questione, dal demanio al Comune. Pare infatti che, nonostante la firma ai protocolli, non siano ancora certificati proprio quelli rispetto ai criteri di assegnazione. Forse proprio per questo sembra che l’assegnazione non sia concessa direttamente dal Comune, che avrebbe invece incaricato l’assessorato allo sport di utilizzare il Vallo per l’organizzazione della festa.
La domanda sorge quindi ancora una volta spontanea: quali sono i rapporti tra l’associazione Verona Walls e il Comune, e a chi l’associazione sta facendo da prestanome, all’estrema destra o al Comune stesso?
Sarebbe importante fare chiarezza, e per farlo bisognerebbe visionare gli atti, se solo fossero consegnati a chi, legittimamente, li ha richiesti!

 

 

Giovedì 13 giugno 2019

COMUNICATO STAMPA di MICHELE BERTUCCO, consigliere comunale di Verona bene comune e Sinistra bene comune.

 

ANCORA SPAZI PUBBLICI A QUELLI DEI CORI NAZISTI E DELLA VIA CRUCIS ALCOLICA. BERTUCCO: “L’AMMINISTRAZIONE SI FA BEFFE DEL CONSIGLIO COMUNALE”.

https://i0.wp.com/primoweb.it/wp-content/uploads/bertuco-michele.jpgL’ufficio Patrimonio del Comune di Verona ha assegnato alla Direzione Sport e Tempo Libero l’utilizzo del Vallo di Città di Nimes dal 20 al 23 giugno per lo svolgimento della Festa della Curva Sud organizzato da… Verona Walls, la sedicente associazione culturale che si era resa protagonista in negativo nell’edizione 2017 della stessa manifestazione tenutasi allo stadio Bentegodi, per i cori e gli inni nazisti in onore di macellai della Storia come Adolf Hitler e Rudolf Hess, nonché di una stucchevole via crucis alcolica e blasfema capace di far impallidire anche il più tiepido dei credenti.
Sto verificando se dal Comune sono arrivati anche contributi economici o patrocini, ma è evidente che questa assegnazione è una presa in giro dello spirito della mozione approvata dal Consiglio comunale di Verona all’indomani dei fatti del 2017 che faceva divieto all’amministrazione di dare agibilità, riconoscimento istituzionale e sostegno economico a gruppi che infangano e umiliano l’immagine della città di Verona.
Ricordo che per i fatti infamanti del 2017 – peraltro ripetuti appena pochi giorni fa con i cori nazisti lungo le vie della città in occasione dei festeggiamenti per la promozione in serie A dell’Hellas Verona – i referenti dell’associazione Verona Walls non hanno mai chiesto scusa alla città. L’anno successivo, il 2018, si erano limitati ad aggirare il veto del consiglio comunale presentando domanda sotto altro nome: Associazione Ultimo Bastione (uguale il domicilio, uguale il nome del presidente). E adesso ritornano, impuniti e impenitenti, con il loro solito nome. E questa amministrazione, per metà complice e per metà tonta, sarebbe l’amministrazione che ama la città di Verona sopra ogni cosa e che vorrebbe promuoverne l’immagine e il buon nome nel mondo? Ma mi faccia il piacere! direbbe Totò…

 

CANTIERI FILOBUS, GIGANTESCO PASTICCIO: CHE COSA STA RISCHIANDO IL COMUNE?

Mercoledì 19 giugno 2019      comunicato stampa 2

Il post apparso sul profilo facebook del consigliere di Verona in Comente e Sinistra in Comune Michele Bertucco


 

Avviare i lavori di una grande opera come il filobus prima di aver chiuso la progettazione è un po’ come cominciare a parlare senza prima pensare a cosa dire: si rischia di dire (e di fare) un mucchio di sciocchezze, esattamente come stiamo vedendo nei quartieri dove sono stati allestiti i cantieri del filobus.

Tutta questa fretta improvvisa che si manifesta con la foga di aprire cantieri ovunque senza un minimo di informazione preventiva in favore della popolazione è quanto meno sospetta: non è che sono stati aperti i cantieri proprio per cercare di coprire i fortissimi ritardi sugli adempimenti amministrativi previsti dal cronoprogramma concordato con il Ministero? In particolare la “variante generale” al filobus sarebbe dovuta arrivare in consiglio “entro la fine di marzo 2019” ma ad oggi, passati ormai tre mesi dalla scadenza, ancora non c’è traccia.

Che cosa sta rischiando il Comune accumulando ritardi così pesanti? Lo chiederò domani in una domanda di attualità in Consiglio comunale. Chiederò anche di sapere se le osservazioni al tragitto del filobus prodotte dalle Circoscrizioni negli anni scorsi sono state recepite, con particolare riguardo alla richiesta variante in via Pisano/Viale Spolverini.

BASTA SPAZI PUBBLICI AI NAZIFASCISTI

Mercoledì 19 giugno      comunicato stampa 2

 

Comunicato stampa dell’Assemblea 17 dicembre

 

 

L'immagine può contenere: testoSabato 22 giugno si terrà a Verona, nel Vallo di Via Città di Nimes, la consueta Festa della Curva Sud.

In realtà l’ampiezza dell’iniziativa non coincide con tutti i gruppi e le individualità presenti nella Curva dell’Hellas Verona. Vi è infatti una buona parte della tifoseria scaligera nettamente contraria al comportamento di formazioni che, celandosi dietro la parola “goliardia”, cercano in realtà di veicolare contenuti politici di matrice nazifascista. Purtroppo la violenza espressa da questi ultimi inibisce e spaventa gli altri tifosi, che faticano ad uscire allo scoperto.

Ad organizzare e gestire la Festa della Curva Sud sono quindi le formazioni politiche che fanno capo all’estrema destra, da Forza Nuova a Casa Pound fino a Fortezza Europa.

A richiedere i permessi e la concessione dello spazio al Comune di Verona non sono però quei partiti politici, ma delle associazioni “di comodo” legate a quell’ambiente. Per questa edizione è stata rispolverata l’Associazione Verona Walls, responsabile di ciò che accadde nel 2017, quando i cori nazisti e gli apprezzamenti a Hitler e ad Hesse pronunciati dal palco dal dirigente di Forza Nuova Luca Castellini umiliarono Verona davanti a tutta l’Italia.

In quell’occasione il sindaco Federico Sboarina e la sua maggioranza faticarono davvero molto nel votare una mozione che impegnava il consiglio comunale a condannare l’accaduto. La mozione, approvata solo due mesi dopo i fatti, e dopo aver creato in un primo tempo una frattura nella Giunta comunale, è evidentemente lettera morta, vista la concessione di oggigiorno alla stessa associazione. Tutto ciò certifica, se ve ne fosse ancora bisogno, la vicinanza se non la subalternità dell’attuale amministrazione ai gruppi dell’ultradestra.

A riprova di quanto affermiamo, nonostante gli stessi cori si siano ripetuti recentemente durante i festeggiamenti per la promozione in serie A della squadra scaligera, va registrata la posizione del sindaco Sboarina, che ha dichiarato che lui, quei cori, pur essendo nel bel mezzo dei festeggiamenti, non li ha sentiti. Deve essere davvero pesante il dazio che la giunta deve pagare in cambio delle migliaia di voti arrivati anche dall’estrema destra!

Ma se tali comportamenti si ripeteranno ancora una volta durante la nuova edizione della festa, il Comune di Verona non potrà che essere ritenuto responsabile, politicamente e, riteniamo, penalmente, per aver concesso spazi comunali alla stessa associazione che precedentemente ha di fatto messo in scena un’apologia al nazismo. Non servirà allora puntare il dito contro chi denuncerà pubblicamente le eventuali derive accusandolo di infangare il buon nome di Verona, perché è chiaro che questo tentativo di ribaltare le responsabilità non funziona più.

Speriamo inoltre che non vi sia nessuno così ipocrita da appellarsi alla “libertà di espressione”, come già accaduto in passato, perché se da un lato il nostro sistema normativo la garantisce, dall’altro punisce severamente chi la utilizza strumentalmente per farne apologia di fascismo e al nazismo.

Fino ad ora ci pare che il solo consigliere Michele Bertucco si sia esposto chiedendo che non vengano concessi gli spazi pubblici per la Festa. Ci auguriamo che anche le altre forze di minoranza che siedono a Palazzo Barbieri non si rendano complici silenti dell’ennesimo sfregio ad una città che, nonostante i tentativi di revisionismo storico del consigliere Andrea Bacciga, resta pur sempre insignita della Medaglia d’oro alla Resistenza. Basterebbe chiedere chiarimenti e pretendere il rispetto delle normative che regolano l’iter (non ancora concluso) del passaggio di beni, come nel caso del Vallo in questione, dal demanio al Comune. Pare infatti che, nonostante la firma ai protocolli, non siano ancora certificati proprio quelli rispetto ai criteri di assegnazione. Forse proprio per questo sembra che l’assegnazione non sia concessa direttamente dal Comune, che avrebbe invece incaricato l’assessorato allo sport di utilizzare il Vallo per l’organizzazione della festa.

La domanda sorge quindi ancora una volta spontanea: quali sono i rapporti tra l’associazione Verona Walls e il Comune, e a chi l’associazione sta facendo da prestanome, all’estrema destra o al Comune stesso?
Sarebbe importante fare chiarezza, e per farlo bisognerebbe visionare gli atti, se solo fossero consegnati a chi, legittimamente, li ha richiesti!