Tommasoli, la Cassazione chiude il caso: condannati anche Corsi e Vesentini

Mercoledì 16 Ottobre   Logo-Corriere-del-Veneto-

 

NICOLA TOMMASOLI

 

Nicolò Tommasoli

 

Ricorsi respinti, 6 anni e 8 mesi a testa. Ora rischiano il carcere

 

VERONA Condannati anche loro per l’omicidio preterintenzionale di Nicola Tommasoli. Ritenuti dai giudici responsabili delle accuse, senza altre possibilità di appello. Sei anni e otto mesi di reclusione a testa per Guglielmo Corsi e Andrea Vesentini, entrambi – secondo i giudici – colpevoli in via definitiva, esattamente com’erano già stati decretati in precedenza gli altri tre imputati Raffaele Dalle Donne (l’unico al momento detenuto a Montorio), Nicolò Veneri e Federico Perini. Così, poco dopo le 21 di ieri, la Suprema Corte si è pronunciata per la terza – e a questo punto ultima – volta su una vicenda che, a conti fatti, si è trascinata per le aule dei tribunali per quasi 12 anni.Un’infinità di tempo, un’attesa interminabile scandita da lunghe attese ma anche da numerosi colpi di scena.
Ma partiamo dalla fine. All’uscita da una camera di consiglio che si è protratta per l’intera giornata, ieri sera gli Ermellini hanno accolto la richiesta avanzata in mattinata dal Procuratore generale presso la Corte di Cassazione: quella cioè di confermare in toto la sentenza in base a cui nel 2017 anche gli ultimi due imputati – Corsi e Vesentini – vennero ritenuti responsabili dell’aggressione mortale in Corticella Leoni costata la vita il primo maggio del 2008, dopo cinque giorni di agonia su un letto di Terapia intensiva, all’incolpevole designer 29enne di Negrar per una maledetta sigaretta negata. In ballo davanti alla Suprema Corte (che – va ricordato – non entra nel merito delle accuse contestate, ma si pronuncia esclusivamente riguardo alla legittimità dei verdetti impugnati, vale a dire su eventuali vizi di forma) , c’era l’esito con cui si concluse il 6 ottobre 2017 il terzo processo di fronte alla Corte d’assise d’appello di Venezia. In quella sede, a Corsi e Vesentini i magistrati lagunari di secondo grado inflissero «la pena di anni sei e mesi otto di reclusione nonché il pagamento delle spese processuali».A entrambi vennero riconosciute le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, mentre i giudici dell’Assise avevano condannato il solo Vesentini (che nei precedenti giudizi era sempre stato assolto)alla refusione del danno alle parti civili, ovvero famiglia della vittima (assistita dagli avvocati Giorgio Alvino e Franco Rossi Galante) e Comune di Verona. Un verdetto, quello pronunciato nel 2017 nell’aula bunker di Mestre, che rappresentò l’ennesimo colpo di scena nell’ambito di una trafila giudiziaria che pareva davvero non terminare mai: da lì, infatti, scattò su iniziativa delle difese un ulteriore passaggio in Cassazione, quello appunto andato in scena ieri a Roma, a distanza di 24 mesi dalla lettura della sentenza impugnata. Da quest’ultimo verdetto, di fatto, dipendeva il destino di Corsi e Vesentini, gli ultimi due imputati che adesso rischiano di dover entrare in carcere: di certo, quella del 2017 era stata una sentenza che aveva spiazzato molti, ponendosi in antitesi rispetto a quelle che erano state alla precedente udienza le richieste giunte dall’accusa, vale a dire «assoluzione per Corsi (avvocato Stefano Grolla, ndr) e Vesentini (legali Cristiana Ciurli ed Emanuele Fragasso, ndr)». In quella sede, invece, trovò conferma la condanna a 7 anni e 5 mesi per Raffaele Dalle Donne (difeso dal legale Umberto de Luca): quest’ultimo, al momento, è l’unico ancora in carcere. Definitive e già scontate invece le condanne a 11 anni e un mese comminate a Federico Perini (assistito dall’avvocato Giuseppe Trimeloni con il collega Roberto Bussinello)e Nicolò Veneri (difensore Michele Fiocco). Ad attendere la sospirata ultima parola dei giudici di legittimità, ieri, erano rimasti a Verona i signori Luca e Maria Tommasoli: sempre presenti alle innumerevoli udienze celebrate dal primo grado per stabilire verità e responsabilità sulla tragica perdita dell’incolpevole figlio 29enne, non c’erano a Roma ad attendere le numerose ore in camera di consiglio necessarie agli Ermellini per pronunciarsi per la terza volta dopo tre processi consecutivi in Appello. Tempi lunghissimi, per ottenere una Giustizia che stavolta dovrebbe almeno aver pronunciato la sua ultima parola anche per gli imputati, all’epoca della tragedia tutti ventenni e adesso, ormai, uomini maturi con 12 anni di più.

La mostra fotografica curata dal collettivo Suburban e che censisce le innumerevoli scritte che deturpano i muri di Verona.

LA MOSTR FOTOGRAFICA, curata da SUBURBAN, che evidenzia e racconta le innumerevoli scritte nazifasciste che ricoprono i muri della nostra città

 

LE SCRITTE NAZIFASCISTE PRESENTI SUI MURI DELLA NOSTRA CITTA‘ – Una carellata di fotografie che mostrano il lato oscuro di Verona. Le scrtitte nazifasciste spesso vengono lasciate sui muri per giorni, settimane, a volte mesi.

 

LA SIMBOLOGIA DELLE SCRITTE – Alcune scritte sono costituite, o sono accompagnate da simboli nazifascisti, non sempre riconoscibili dalle persone. Cliccando au questo link troverete una piccola guida che illustra il significato dei principali segni nei quali potreste imbattervi

 

LA MAPPA che indica l’ubicazione delle sedi, dei luoghi di ritrovo e delle principali scritte.

Mappa sedi

La mappa della Verona nera.

CANCELLAZIONE MOZIONI OMOFOBE DEL 1995

11.10.18

 

La Legge 76 del 20 maggio 2016, meglio nota come Legge Cirinnà, stabilisce senza possibilità di equivoco “all’interno di leggi, regolamenti e atti amministrativi” ovunque ricorrano le parole “coniuge” oppure “coniugi” ovvero termini equivalenti, le disposizioni relative si applicano anche ai contraenti di unione civile, dunque anche alle unioni tra persone dello stesso sesso.

Ebbene, a Verona sono ancora in vigore le famigerate mozioni omofobe del 1995 che fanno divieto alla giunta comunale scaligera di deliberare “provvedimenti che parifichino i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali costituite da un uomo e una donna”.

Si tratta, con ogni evidenza, di indirizzi contrari alla Legge perché d’intralcio alla effettiva applicazione dei diritti e doveri previsti dalla Cirinnà nella nostra città. Con questo ordine del giorno, chiediamo semplicemente al Consiglio comunale di prenderne atto e di provvedere di conseguenza rimuovendo, come prevede anche la Costituzione, gli ostacoli alla parità delle persone difronte alla Legge.

Non si venga a dire che nei fatti questa mozione non è mai stata rispettata essendo la legge dello Stato superiore ad una mozione consiliare: ciò evidenzia solo la natura propagandistica di mozioni di tal fatta, pensate al preciso scopo di dividere e creare inutili polemiche.

Togliamoci dai piedi anche ogni genere di alibi ideologico: la Legge in vigore specifica che la “parificazione” tra coniugi e contraenti di unione civile serve “al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile”.

Dunque non chiediamo ai Consiglieri di esprimersi sulla parificazione tra unioni e matrimonio ma di assicurare la rimozione di questo ostacolo alla corretta applicazione della legge. Nel proprio privato ciascuno potrà poi continuare a credere che la terra sia piatta e la volta celeste sostenuta dagli angeli, ma qui si sta parlando di amministrazione non di filosofia o cosmogonia.

Non ci nascondiamo nemmeno che i promotori delle mozioni del 1995 sono gli stessi che oggi siedono sui scranni più alti del Consiglio comunale e negli uffici più importanti. Staremo vedere se dopo quasi 25 anni avranno messo un po’ di sale in zucca.

FONTE:

Risultati immagini per verona in comune lista politica logo Cancellazione mozioni omofobe del 1995

OMICIDIO TOMMASOLI – 2018

 

1.5.18 VERONA IN Dieci anni dal caso Nicola Tommasoli. Che memoria abbiamo creato? – Una ricostruzione del percorso fatto dal quotidiano locale “L’Arena”, nei primi trenta giorni circa dall’omicidio. Il passaggio dal delitto di matrice fascista all’atto di generica, ingiustificabile violenza. L’alterazione della realtà tramite la carta stampata.

OMICIDIO TOMMASOLI – 2009

 

Risultato immagine per PLAY ICONA  OGNUNO DI NOI Un eccezzionale documento audio che ricostruisce le dinamiche inerenti l’omicidio Tommasoli, ucciso a calci e pugni da cinque giovani fascisti veronesi, ma anche il contesto culturale e politico nel quale esso è maturato.

 

20.4.09 VERONA IN Intervista con Papalia: l’ispirazione nazifascista c’è ma ha nuovi connotati

ARCHIVIO STORICO 2013

 

19.10.13 FORZA NUOVA – In occasione della morte del capitano nazista Erik Priebke, l’avvocato BUSSINELLO, consulente per Agsm, onora in un commento sui social il nazista. Flavio Tosi annuncia che chiederà le dimissioni

 

 

VERONASERA 13.10.13 – Una scritta in onore di Erich Priebke compare su un muro in piazzale Cadorna

SCRITTA IN ONORE DI PRIEBKE

Le scritte in onore di Priebke in piazzale Cadorna

 

 

3.6.13 Appaiono svastiche e la scritta “juden” sui muri della sinagoga

LE SVASTICHE SULLA SINAGOGA

Le svastiche apparse sui muti della Sinagoga

 

IRRUZZIONE NEGLI STUDI DI TELENUOVO E AGGRESSIONE A ADEL SMITH, ALL’EPOCA PRESIDENTE DELL’UNIONE MUSULMANI D’ITALIA. PER QUESTI FATTI SARANNO INDAGATI YURI CHIAVENATO, STEFANO ARMIGLIATO E LUCA CASTELLINI, ATTUALE (2018) DUCETTO PROVINCIALE DI FORZA NUOVA

ARCHIVIO STORICO – 2009

 

 

11.7.09 FLAVIO TOSI, SINDACO, VIENE CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA DALLA CASSAZIONE PER VIOLAZIONE DELLA LEGGE MANCINO

 

VERONA IN  21 aprile 2009

GLI ARTICOLI CONTENUTI NEL NUMERO “SPECIALE VIOLENZA A VERONA” (N. 21 DI VERONA IN) DEL 21.4.09, E RIPROPOSTO DALLA TESTATA verona-in.it IN OCCASIONE DEL DECIMO ANNIVERSARIO DALL’OMICIDIO DI NICOLA TOMMASOLI

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