Domenica 28 Luglio 2019
E il tunnel non si farà. Bertucco critico sull’operazione, Segala promuove il Piano Folin
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5.6.18 Accordo Agsm-Curia: energia a prezzo scontato per istituti e parrocchie
9.9.16
Dopo l’avviso di garanzia per il banchiere di Verona, il sindacato parla di una «disinvolta uscita» della famiglia Biasi dalla vicenda che ha portato nel 2008 al fallimento dell’azienda di Colonnella.
COLONNELLA – La Ugl attacca Paolo Biasi per il fallimento della Bluterma.
«Avevamo già denunciato – si legge in una nota – durante il tormentato e conflittuale iter che portò a maggio 2008 al fallimento della Bluterma srl, la disinvolta uscita della famiglia Biasi da una vicenda che la coinvolgeva direttamente. La Bluterma era figlia della Biasi Sud, ex Bts, che portava tutta la responsabilità morale ed industriale del fallimento e del licenziamento di un’azienda che occupava oltre 150 lavoratori».
Paolo Biasi, presidente del Consiglio di amministrazione della Bluterma di Colonnella, è stato raggiunto mercoledì 8 settembre da un avviso di garanzia con l’accusa di bancarotta preferenziale: per la Procura avrebbe utilizzato fondi della società, già ammessa a procedura fallimentare, a favore di un’altra azienda del gruppo.
«Non ci siamo mai spiegati – prosegue l’Ugl – come Paolo Biasi fosse uscito completamente dal “default” del Polo industriale del “termosifone”, che insediatosi a Colonnella con i contributi pubblici, era presente in Bts poi Bluterma anche Sviluppo Italia, e che ha desertificato una importante area industriale della Val Tronto–Val Vibrata generando 600 disoccupati.
Il sindacato sull’inchiesta portata avanti dalla Procura di Teramo afferma che «è stata aperta un’importante finestra per fare chiarezza su una drammatica vicenda che ha saccheggiato il territorio e generato disoccupazione. I lavoratori della ex Bts poi Bluterma che hanno manifestato per intere settimane davanti ai cancelli lottando per i loro diritti, chiedono giustizia».
13.9.16
Da istituzione super partes Fondazione Cariverona si è trasformata in un nuovo player sul ring della politica veronese, con i suoi interessi, i suoi giochi, le sue alleanze, che sempre meno coincidono con gli interessi generali. Una cassaforte che in pochi anni è passata da un patrimonio di oltre 1 miliardo e 400 milioni all’odierno di circa 400 milioni e che ha visto scemare il ritorno delle sue rendite da oltre 250 milioni all’anno prima del 2007 agli attuali 30 circa. Il fondo Property e la passione immobiliare del Presidente. Continua a leggere
28.5.15 In diretta, su Telearena, và in onda lo scontro tra Don Bruno Fasani e il vescovo Zenti. Il primo contesta al secondo l’esplicito appoggio ad una candidata alle elezioni regionali della Lega Nord, fautrice di un programma che, afferma il vescovo, favorevole all’aumento dei finanziamenti alle scuole cattoliche paritarie.