Hotel di lusso in centro, Cariverona accelera

Domenica 28 Luglio 2019    Logo-Corriere-del-Veneto-

I PADRONI DELLA CITTA'

 

E il tunnel non si farà. Bertucco critico sull’operazione, Segala promuove il Piano Folin

VERONA C’è il grande albergo d’ultralusso, con 161 stanze e 16 appartamenti, nei saloni che furono della Cassa di Risparmio. E poi ci sono il centro congressi, le sale per incontri, il giardino, il ristorante ed il bar, un parcheggio ed una zona commerciale all’angolo tra via Garibaldi e via San Mamaso.
Il tutto nel grande quadrilatero compreso tra via Garibaldi, via Emilei, via Sant’Egidio e via San Mamaso. Sparisce invece quel fantascientifico «traforo» sotterraneo che nelle prime ipotesi progettuali doveva partire dallo storico ingresso dell’ex Cassa di Risparmio, in via Garibaldi, per poi sbucare, finito il tunnel, accanto all’area-parcheggio del museo Miniscalchi Erizzo.
Comincia così a prendere corpo il mega-progetto di Cariverona per il riutilizzo di alcuni dei più importanti palazzi storici nel cuore della città. La società immobiliare Patrizia Real Estate, società di gestione del Fondo Verona Property, che a sua volta è la cassaforte immobiliare di Fondazione Cariverona, ha scritto nelle scorse settimane una lettera al Comune di Verona, chiedendo di utilizzare per questa prima parte del Piano Folin il decreto «Sblocca Italia», che consente un iter urbanistico e politico molto accelerato (e con un unico voto in consiglio comunale). Lo studio di fattibilità, allegato alla lettera, è firmato dall’architetto svizzero Carlo Botta e fa parte del grande piano che riguarderà in futuro, oltre al quadrilatero di via Garibaldi, anche i palazzi vicini (Monte di Pietà, palazzo di via Rosa, immobile di via Forti). Tutti immobili che, aveva spiegato con molta chiarezza il presidente di Cariverona, Alessandro Mazzucco, devono essere «messi a reddito».
Critico sull’intera operazione è il capogruppo di Sinistra in Comune, Michele Bertucco che ieri, affiancato dall’urbanista Giuseppe Campagnari e dalla consigliera di Circoscrizione, Cristina Stevanoni, ha affermato che, andando avanti in questo modo (oggi le proposte per il Quadrilatero, domani quelle sul Monte di Pietà, poi quelle per via Rosa…) sarà impossibile avere una visione armonica del futuro centro storico cittadino. Bertucco sottolinea la richiesta dell’Immobiliare per una «presenza anche di superfici commerciali», e rileva come il progetto parli del calo del 18% dei negozi in centro, tra il 2008 e il 2016: Patrizia Immobiliare – chiede Bertucco – si sente forse in dovere di compensare quella diminuzione? E dopo questa prima richiesta di cambio d’uso (da direzionale a turistico con presenza di commerciale) ne arriveranno di volta in volta anche altre, secondo la convenienza del momento?».
Da Palazzo Barbieri, l’assessore all’Urbanistica, Ilaria Segala, replica da parte sua che «non si fanno cambi di destinazione d’uso…a rate: c’è un cambiamento parziale solo per via Garibaldi 1 e 2, mentre gli altri immobili compresi nel Piano Folin mantengono la loro destinazione attuale, che spesso è quella museale. Non capisco le preoccupazioni legate a questo aspetto della vicenda – afferma Segala – perché non è vero che non esiste un Piano organico e completo: il Piano c’è, è appunto il Piano Folin, e Fondazione Cariverona l’ha realizzato e presentato non perché ne avesse l’obbligo, ma perché ha avito la lungimiranza di non guardare un singolo tassello, ma ha voluto guardare l’insieme prima di dipingere il quadro».

Fallimento Bluterma, l’Ugl contro Paolo Biasi

9.9.16

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 Dopo l’avviso di garanzia per il banchiere di Verona, il sindacato parla di una «disinvolta uscita» della famiglia Biasi dalla vicenda che ha portato nel 2008 al fallimento dell’azienda di Colonnella.

 COLONNELLA – La Ugl attacca Paolo Biasi per il fallimento della Bluterma.

 «Avevamo già denunciato – si legge in una nota – durante il tormentato e conflittuale iter che portò a maggio 2008 al fallimento della Bluterma srl, la disinvolta uscita della famiglia Biasi da una vicenda che la coinvolgeva direttamente. La Bluterma era figlia della Biasi Sud, ex Bts, che portava tutta la responsabilità morale ed industriale del fallimento e del licenziamento di un’azienda che occupava oltre 150 lavoratori».

 Paolo Biasi, presidente del Consiglio di amministrazione della Bluterma di Colonnella, è stato raggiunto mercoledì 8 settembre da un avviso di garanzia con l’accusa di bancarotta preferenziale: per la Procura avrebbe utilizzato fondi della società, già ammessa a procedura fallimentare, a favore di un’altra azienda del gruppo.

«Non ci siamo mai spiegati – prosegue l’Ugl – come Paolo Biasi fosse  uscito completamente dal  “default” del Polo industriale del “termosifone”, che insediatosi a Colonnella con i contributi pubblici, era presente in Bts poi Bluterma anche Sviluppo Italia, e che ha desertificato una importante area industriale della Val Tronto–Val Vibrata generando 600 disoccupati.

 Il sindacato sull’inchiesta portata avanti dalla Procura di Teramo afferma che «è stata aperta un’importante finestra per fare chiarezza su una drammatica vicenda che ha saccheggiato il territorio e generato disoccupazione. I lavoratori della ex Bts poi Bluterma che hanno manifestato per intere settimane davanti ai cancelli lottando per i loro diritti, chiedono giustizia».

Cariverona, il feudo di Biasi con i soldi dei veronesi

13.9.16

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VERONA IN

Da istituzione super partes Fondazione Cariverona si è trasformata in un nuovo player sul ring della politica veronese, con i suoi interessi, i suoi giochi, le sue alleanze, che sempre meno coincidono con gli interessi generali. Una cassaforte che  in pochi anni è passata da un patrimonio di oltre 1 miliardo e 400 milioni all’odierno di circa 400 milioni e che ha visto scemare il ritorno delle sue rendite da oltre 250 milioni all’anno prima del 2007 agli attuali 30 circa. Il fondo Property e la passione immobiliare del Presidente. Continua a leggere

CURIA – 2015

Risultato immagine per PLAY ICONA  28.5.15 In diretta, su Telearena, và in onda lo scontro tra Don Bruno Fasani  e il vescovo Zenti. Il primo contesta al secondo l’esplicito appoggio ad una candidata alle elezioni regionali della Lega Nord, fautrice di un programma che, afferma il vescovo, favorevole all’aumento dei finanziamenti alle scuole cattoliche paritarie.