a Cassazione: «Nicola inerme. Preso a calci e pugni, poi la  fuga». Il film del dramma e i motivi delle condanne a Corsi e Vesentini

Giovedì 6 febbraio   Logo-Corriere-del-Veneto-

 

NICOLA TOMMASOLI

VERONA (la.ted.) «La sentenza impugnata risulta immune da censure». Così, con la sentenza appena pubblicata, la Cassazione torna a esprimersi sulla morte di Nicola Tommasoli, il designer di Negrar rimasto vittima a soli 29 anni – era il primo maggio del 2008 – dell’aggressione mortale in Corticella Leoni a causa di una sigaretta negata. Stavolta, gli Ermellini espongono le motivazioni in base a cui, lo scorso ottobre,hanno respinto le impugnazioni di Guglielmo Corsi e Andrea Vesentini, rendendo di fatto definitive e non più appellabili le condanne per omicidio preterintenzionale stabilite a loro carico a ottobre del 2017 nel processo d’appello ter a Venezia.Una decisione, quella assunta 4 mesi fa in Cassazione, che prevede per loro da scontare un residuo di pena che, tenendo conto del tempo già trascorso in cella e ai domiciliari, si attesta all’incirca sui 4 anni.E adesso, a riguardo, la Suprema Corte ha posto nero su bianco le motivazioni in base a cui i rispettivi ricorsi difensivi sono stati respinti: «Nella ricostruzione della dinamica dei fatti – si legge nella sentenza appena pubblicata – la Corte territoriale ha evidenziato che la notte del 1 maggio 2008, dopo che Corsi aveva già posto in essere il fatto qualificato come violenza privata ai danni di Paoli Red Luigi (al quale aveva dapprima richiesto una somma di denaro, per poi farsi consegnare delle spille), il gruppo composto dai cinque giovani imputati, giunto in Corticella Leoni, si imbatteva in tre giovani: Csontala, Cazzarolli e Tommasoli; dapprima Corsi si avvicinava a Csontala, che stava fumando una sigaretta, chiedendogli di offrirgliene una; al netto rifiuto di quest’ultimo, improvvisamente Corsi replicava sferrandogli un pugno al volto; pressoché contestualmente gli altri tre del gruppo si scagliavano contro gli altri due giovani: Dalle Donne contro Cazzarolli, Veneri e Perini contro Tommasoli; nel frattempo, Vesentini, afferrando Csontala per il codino in cui aveva legato i capelli, lo trascinava a terra, dove rovinava anche Corsi; lo stesso Cazzarolli veniva spinto a terra da Dalle Donne, e colpito con calci e pugni da due persone; entrambe le vittime notavano il Tommasoli che giaceva a terra, inerme, mentre Veneri e Perini lo colpivano a calci; appena prima di darsi tutti insieme alla fuga, Corsi si avvicinava a Cazzarolli e gli sferrava un pugno al volto, mentre un altro giovane lo spingeva facendolo cadere a terra nuovamente». Dopodiché, prosegue la Cassazione, i cinque giovani, alla fine dell’aggressione, si allontanavano tutti insieme, di corsa, aderendo alla sollecitazione di Vesentini, che, come da lui stesso dichiarato (e confermato dal Corsi), vedendo il Tommasoli per terra, aveva urlato agli altri “basta, basta, andiamo via”». Per Nicola, purtroppo, è finita nel modo più tragico.