Superbeton pronta a lasciare Montorio»

Domenica 23 giugno 2019       Logo-Corriere-del-Veneto-

 

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VERONA (l.a.) Potrebbe essere vicina una svolta nel «caso Superbeton», la fabbrica da anni contestata dai residenti di Montorio quale «produttrice» d’inquinamento e cattivi odori in vicinanza dell’abitato. Il consigliere regionale leghista Enrico Corsi, che aveva riaperto il caso anche con una lettera all’Arpav, ha incontrato il responsabile del settore Ambiente di Superbeton, Giandomenico Spinato.«Un colloquio positivo – spiega Corsi – in cui ho ribadito le particolari esigenze ambientali di Montorio». Risposta dell’azienda? «Il dottor Spinato – spiega Corsi – mi ha detto che l’azienda ha dato incarico all’Università di Udine per nuove analisi, ma ha già acquistato un nuovo sito, accanto alla Statale 434, per trasferirvi oltre il 50% della produzione. E l’azienda ha ribadito la disponibilità ad un completo trasferimento purché da Palazzo Barbieri arrivino tutte le autorizzazioni». Una delle ipotesi di nuovo sito per Superbeton è quella dell’area di fronte al centro Emmaus. (l.a.)

 

Ex Cardi, fidejussione falsa Querele incrociatee il progetto resta bloccato

8 maggio 2019     arena

Intanto contro le torri all’ex Bam scendono in piazza i residenti

A.VERONA La fidejussione per costruire due palazzi all’ex Cardi è ufficialmente falsa. E intanto i comitati che contrastano tre grandi progetti edilizi in città (oltre a quello a Chievo ci sono quelli all’ex Bam di via Mameli e quello a San Rocchetto di Quinzano) cercano di coordinarsi per dare battaglia tutti assieme.

A Chievo, l’altra sera, si è svolta un’affollata assemblea di residenti (oltre duecento persone), alla presenza di molti big politici: dall’assessore all’Urbanistica, Ilaria Segala, al vicesindaco Luca Zanotto, dal capogruppo Pd, Federico Benini, a Tommaso Ferrari (Traguardi) al leader leghista Nicolò Zavarise, all’ex consigliere regionale Mario Rossi, oltre naturalmente a Michele Bertucco, dalla cui mozione comunale è partita la battaglia contro l’insediamento. Al centro della discussione, la lettera della compagnia assicuratrice Colonnade Insurance in cui si conferma che la fidejussione presentata dall’Immobiliare Berardi «non è autentica». Sia la società assicuratrice che quella di costruzioni hanno sporto le relative denunce e querele. La Berardi ha presentato due memorie difensive. L’assessore Segala, l’altra sera, ha detto che entro un mese il Comune prenderà le sue decisioni, mentre il progetto rimane ovviamente bloccato e tutta la questione è in mano agli uffici legali.

Su di un altro fronte quello dell’ex Bam di via Mameli, il comitato dei residenti tornerà a scendere in piazza, sabato pomeriggio alle 15. Ma non basta. Il comitato sta tentando di coordinare le«battaglie» in corso in tutte e tre le zone calde del momento, invitando alla manifestazione anche i comitati di Chievo e di San Rocchetto. Per via Mameli, inoltre, è stata coinvolta la Sovrintendenza ai Beni Archeologici, puntando sul fatto che, proprio in quella zona, passava la strada romana Claudia Augusta.Secondo gli esponenti del comitato (denominato con qualche ironia A.S.M.A., ossia Associazione Santa Maria Ausiliatrice) il sindaco Sboarina avrebbe «fatto un’autocritica, come assessore della prima giunta Tosi che fece nascere il progetto», ma avrebbe promesso di chiedere «un incontro alla proprietà dell’area, Italiana Costruzioni, d’intesa proprio col comitato». I tre interventi contestati da altrettanti comitati di cittadini sono tutti nella parte ovest della città. All’ex Cardi, a Chievo, l’ipotesi è quella di realizzare tre «torri» residenziali da 18 piani ciascuna. A San Rocchetto (vicino a Quinzano) sono stati progettati dieci palazzi con altezze fino a 5 piani, nel cuore di un’incantevole area verde. All’ex Bam, in via Mameli, a sud del quartiere di Ponte Crencano, è infine prevista la costruzione di quattro torri residenziali da nove e dieci piani, più un edificio commerciale.

Amazon a Verona, ma che impatto avrà sulla viabilità di Verona Sud?

24 aprile 2019

 

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Un dubbio che è venuto anche all’ex sindaco di Verona Flavio Tosi e al segretario di Cisl Verona Massimo Castellani, che commenta: «Il territorio è già in crisi sulla viabilità e sull’inquinamento dell’aria»

 

“Un’apertura che dimostra ancora una volta la centralità e l’attrattiva di Verona per le multinazionali”.

Così il sindaco di Verona Federico Sboarina ha commentato l’annuncio di ieri, 23 aprile, da parte di Amazon di aprire un nuovo deposito di smistamento nel capoluogo. La nuova struttura sarà attiva nei prossimi mesi, sarà grande 8.500 metri quadrati e creerà trenta nuovi posti di lavoro, più i centocinquanta nuovi autisti che saranno assunti dai fornitori dei servizi di consegna.
Una buona notizia che però non ha mancato di creare polemiche politiche in città. L’ex sindaco Flavio Tosi è contento per la nuova apertura di Amazon, ma ha anche ricordato la campagna elettorale di Sboarina, incentrata anche sulla risoluzione dei problemi legati al traffico a Verona Sud. Il nuovo deposito di Amazon, infatti, dovrebbe sorgere in via Righi, dunque in Zai. «Non vorrei che ora Sboarina creasse mega ingorghi – ha commentato Tosi – anche perché difficilmente il colosso dell’e-commerce realizzerà nuovi svincoli come invece avvenuto con Bricoman ed Adigeo».

Sboarina peraltro ha poco da rallegrarsi – ha concluso Tosi – Se parliamo di economia, investimenti internazionali e occupazione in città, infatti dovrebbe perlomeno avere il buon gusto di tacere dato che lui è quello del no a Ikea, che di posti di lavoro ne avrebbe portati mille con opere compensative determinanti per la viabilità come la variante alla Statale 12 tra borgo Roma e Ca’ di David.

Anche Federico Benini, consigliere comunale del Partito Democratico di Verona, vorrebbe sapere da Sboarina «come mai Amazon va bene (che porta 30 posti di lavoro) e Ikea no (che ne avrebbe portati 30 volte di più)». E Benini chiosa: «Sembra che ci troviamo ancora una volta davanti ad una schizofrenia urbanistica, che non è figlia di una visione strampalata della città, ma di una politica improvvisata».
Su altro invece si è concentrato il segretario di Cisl Verona Massimo Castellani nel suo intervento.

Come ogni cambiamento le ripercussioni avvengono non solo a livello economico ma anche a livello sociale e ambientale – scrive Castellani – Ben vengano quindi i magazzini verticali di Amazon o di ogni altra piattaforma ma l’attenzione di chi è chiamato ad amministrare e decidere dovrà inserire nei costi e benefici dell’operazione l’impatto ambientale su un territorio già in crisi sulla viabilità e sull’inquinamento dell’aria. Quando avvistiamo dei cambiamenti epocali il primo pensiero per noi tutti dovrà essere: quanto impatta sull’ambiente? O, ancora meglio, ridurrà l’impatto sull’ambiente rispetto a prima? Questo dovrà essere il discrimine nelle scelte che siamo chiamati a compiere.

Fonte:

Scalo merci ed ex Bam; la maggioranza si avvia a rompere con i cittadini.

19 marzo 2019    

 

Risultati immagini per parco dello scalo veronaGiovedì prossimo arriveranno in Consiglio comunale due mie proposte sullo scalo merci e sull’ex Bam. La prima è una proposta di deliberazione che chiede alla Regione Veneto di approvare una variante urbanistica al Paque che consenta di trasformare in parco pubblico l’intera area, così come promesso dal Sindaco Federico Sboarina. Ricordo infatti che l’attuale programmazione urbanistica prevede il parco solo su metà dell’area, pertanto, se Sboarina e soci credono davvero in ciò che hanno promesso, devono per prima cosa ottenere dalla Regione questa modifica urbanistica.

La seconda proposta è una mozione per la revoca del Piano Urbanistico Attuativo denominato Via Mameli sull’area dell’ex Bam, stipulato oltre i termini previsti dalle norme comunali.

Si tratta della stessa proposta rimasta in sospeso dal gennaio 2018 dietro richiesta dell’amministrazione che si riprometteva di chiedere un parere pro-veritate all’avvocato Giovanni Sala. A metà febbraio 2019 né l’avvocato Sala né l’Avvocatura civica avevano formulato alcun parere, e nel frattempo gli uffici hanno rilasciato il permesso di costruire le opere di urbanizzazione.

L’inerzia dell’amministrazione è stata oggetto anche di una partecipata assemblea cittadina (circa 200 persone) svolta ieri sera a cura del comitato Asma, che ha trattato anche i temi del Nassar, del Monsel e del circolo del tennis di Ponte Crencano. Per l’ex Bam è emerso che non è ancora troppo tardi per bloccare l’opera a favore di soluzioni alternative come, ad esempio, l’utilizzo del credito edilizio.

L’amministrazione però sembra sempre più orientata a tirare dritto facendo così del male a questi quartieri.

Fonte: michelebertucco.it – Scalo merci ed ex Bam; la maggioranza si avvia a rompere con i cittadini

Uno Sblocca Italia per tutto e più rotonde per tutti!

15 febbraio 2019

comunicato stampa 2Rispetto al progetto che interessa la cosidetta “area ex Albi”, in Corso Venezia 70, riteniamo doveroso fare alcune precisazioni vista la rilevanza delle tematiche che esse comportano, non solo per l’opera in questione, ma per una valenza più generale sull’utilizzo di normative quali la  Legge Sblocca Italia, licenziata dal governo Renzi  nel 2014.

Essa prevede un iter facilitato e veloce per opere di “interesse pubblico”, evitando sia le pastoie burocratiche ma anche il confronto con i residenti che abitano le località e le zone interessate dalla costruzione.

Questo comporta, ad esempio, che la cittadinanza non ha voce in capitolo per quello che riguarda le opere compensative, che dovrebbero mitigare l’impatto delle cubature di cemento e dei flussi di traffico aumentati.

Nel caso in questione, a risarcimento della costruzione di un supermercato di medie dimensioni, l’opera compensativa compresa nel progetto è, come troppo spesso accade, la classica rotonda, che chiaramente non va nella direzione di mitigare gli effetti ambientali e sanitari che la nuova infrastruttura comporterà. Per quanto riguarda invece il verde pubblico, la metratura standard dettata dalla normativa vigente in materia di compensazione ambientale è raggiunta inserendo anche la superfice stessa della rotonda!

Resta incomprensibilie la scelta di certificare l’ennesimo supermercati, che peraltro già abbondano nel quartiere interessato, come “opera di interesse pubblico”, chiedendo al Consiglio comunale di votare in tal senso.

Il voto dell’organismo rappresentativo del Comune è la precondizione perché quella normativa possa venire attuata, a dimostrazione del fatto che il ricorso, o meno, alle prerogative concesse dalla Legge Sblocca Italia, è una decisione squisitamente politica e non può, in nessun caso, essere presentata come semplice formalità burocratica.

Solo il voto dei consiglieri per cambiare la destinazione d’uso di parte di quell’area da uso residenziale ad uso commerciale riconoscento l’interesse pubblico può dare il via libera alla costruzione del supermercato senza modificare il Piano degli interventi mediante analisi, e procedure, più approfondite e, nel contempo, escludere i residenti da qualsivoglia rivendicazione.

La stessa legge è stata utilizzata per concedere in un’altra area privata, molto vicina alla “ex Albi” il permesso di costruire l’Adige Sport Village, il centro sportivo, (privato), più grande d’Europa, che impatterà in modo decisivo sull’arteria viabilistica di Corso Venezia. Anche in questo caso, le opere compensative si riducono ad una rotonda e a pochi fazzoletti di verde, raggiungibili però, a quanto pare, solamente entrando prima nella zona privata. In questo caso, qualcuno ipotizza che le iniziative sportive e le aree di competenza possano addirittura invadere l’area, (pubblica), del Parco del Giarol Grande.

Curiosa, ma ben comprensibile, è anche la scelta di dichiarare “sostenibili” i flussi di traffico sulla viabilità di Corso Venezia, dei due progetti, evitando accuratamente, però di sommarli per avere uno sguardo d’insieme sull’impatto complessivo.

Ci impegneremo affinchè le procedure previste dallo Sblocca Italia non vengano applicate, ricorrendo, se necessario, alle autorità competenti, forti di un’ampia letteratura giuridica che sentenzia il nostro punto di vista.

Non permetteremo, inoltre, che la vicenda in questione, e il silenzio che forse si sperava l’accompagnasse, si trasformi in una sorte di prova generale per assecondare il progetto, ben più invasivo, previsto dal Piano Folin e presentato dalla Fondazione Cariverona, che prevede cambi di destinazione d’uso per una volumetria pari a circa 55mila metri cubi. E tutto questo dovrebbe avvenire in pieno centro storico, aggredendo anche parte del patrimonio monumentale veronese, costituito da palazzi storici svenduti alla Fondazione dall’amministrazione precedente.

Comitato per un’urbanistica dalla parte dei cittadini

Parco allo Scalo: cominciare a dare concretezza alle promesse.

27.11.18    COMUNICATO STAMPA del consigliere comunale di Verona in comune  e Sinistra in comune MICHELE BERTUCCO

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Rassegne stampa, documenti e materiali correlati

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jInvece di fare le analisi del sangue ai comitati dei cittadini, il Sindaco si preoccupi di dare un po’ di concretezza alla promessa del Central Park allo scalo merci. Qui non è in discussione l’orientamento del governo sulla Tav, c’entra il fatto che è già trascorso un anno e mezzo di amministrazione senza che si sia vista una sola azione concreta sulla principale promessa elettorale del Sindaco.

Per questo motivo ho presentato la proposta di delibera che impegna l’amministrazione a chiedere alla Regione la variazione delle previsioni urbanistiche sullo scalo. Poiché il Paque vigente prevede parco soltanto su metà dell’area dello scalo, questa mi sembra la prima cosa da fare se vogliamo avvicinarci almeno di poco all’obiettivo.

Se Sboarina ha un piano per aggirare le leggi urbanistiche vigenti, sarei curioso di ascoltarlo, in caso contrario è opportuno che convochi i tecnici comunali che hanno già rinviato all’11 dicembre l’esame della proposta con la scusa che sono oberati di impegni. Non credo tuttavia che l’analisi di una variante urbanistica in seconda lettura come la Variante 23 possa assorbire l’intera capacità di elaborazione della macchina comunale, mi sembra piuttosto l’ennesimo tentativo di prendere tempo.

Qui infatti non è in discussione il governo ma la capacità dell’amministrazione di mantener fede alle promesse fatte a Verona Sud.

Fonte: michelebertucco.it

Le criticità dell’Adige sport village sul quartiere di Porto S. Pancrazio. – Report e audio dalla quarta Commissione consiliare

28.9.18

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DOCUMENTI CORRELATI:

AUDIO  Il file audio della discussione e votazione in Commissione quarta del Consiglio comunale, della delibera 94, inerente il progetto della Psp Investment denominato “Adige sport village”

 

Il 26 settembre si è votata, nella quarta Commissione consiliare, l’approvazione della delibera 94, inerente il progetto presentato dalla Psp invest denominato “Adige sport village”.

Si tratterebbe di un progetto faraonico, che porterebbe alla costruzione del più grande centro sportivo, nel suo genere, in tutta Europa.

Le criticità maggiori, evidenziate dai consiglieri di opposizione presenti e, in particolare, dal consigliere Michele Bertucco di Verona in Comune e di Sinistra in Comune, sono tre, riassumibili in breve così:

  • La viabilità e la vivibilità del quartiere.
  • L’effettiva area dedicata a verde pubblico
  • L’ambiguità rispetto all’utilizzo di area di proprietà comunale, al di fuori di quella individuata per il progetto.

Ma innanzitutto bisogna però premettere che lo stesso Bertucco ha lamentato la mancata consegna di documentazione e la difficoltà, quindi, di votare una delibera semplicemente fidandosi delle parole, e delle promesse, dell’ingegner Rossi, presente in aula per illustrare il progetto e rispondere alle domande per conto della società proponente.

Uno dei nodi più evidenti è quello rappresentato dalla viabilità e dalla stessa vivibilità del quartiere, visto che si presumono all’incirca 5000 accessi a settimana. Anche in questo caso, al di là delle soluzione tecniche, che paiono comunque lontane dall’essere risolte, i consiglieri Bertucco e Vanzetto hanno lamentato la mancanza di studi approfonditi sulle previsioni di accesso, e quindi di traffico, all’area commerciale.

Il consigliere Bertucco ha poi fatto notare che l’area adibita a verde pubblico presentata nel progetto non corrisponde al vero, includendo infatti anche le aree verdi peculiari agli impianti sportivi, e quindi non fruibili direttamente dai cittadini, se non accedendo, pagando, agli impianiti.

E’ stato inoltre sollevato, da parte di Bertucco e della Vanzetto, un’ambiguità riferibile all’utilizzo del Parco del Giarol Grande, che, in alcune “suggestioni” suggerite, (ma nero su bianco), dalla Psp Invest, parrebbe quasi considerato alla stregua di una “pertinenza” dell’ Adige sport village. Nel parco, infatti, si auspicherebbero attività sportive e ludiche tra le più disparate, senza tener conto delle specificità e della proprietà pubblica del Parco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ex Bam, spariti gli striscioni – COMUNICATO STAMPA Comitato A.S.M.A.

10.8.18      arena

 

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Dopo le iniziative assunte nei mesi scorsi culminate con il girotondo del 12 maggio scorso intorno all’area Ex Bam in zona Ponte Crencano al quale avevano partecipato più di 300 persone, le stesse insieme al avevano deciso di lasciare appesi, sulla parte dell’area Ex Bam che si affaccia su via Mameli, alcuni striscioni che riportavano il pensiero di tutti i cittadini che avevano partecipato alle assemblee indette e delle 2.413 persone che avevano sottoscritto una petizione che chiedeva il blocco del progetto della costruzione di quattro grattacieli e di una area commerciale nell’area ex Bam. Nella mattinata di martedì 7 agosto, dopo circa tre mesi, qualcuno, senza alcun motivo, ha pensato di togliere gli striscioni cancellando così il pensiero di moltissimi abitanti della zona di Ponte Crencano/Pindemonte/Quinzano.All’ignoto ci verrebbe da chiedere di rimetterli al loro posto gli striscioni… ma ci rendiamo conto che forse è una richiesta eccessiva.Allora più semplicemente all’ignoto chiediamo di mettersi in contatto con il scrivendo alla mail: asma@gmail.com per organizzare la restituzione del mal tolto (gli striscioni che rappresentavano il pensiero dei cittadini)! (Associazione Salute Maria Ausiliatrice)

Comitato A.S.M.A. VERONA

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