Lunedì 30 dicembre 2019
LESSINIA. Gli ecologisti Emanuele Napolitano e Tomaso Bianchini stroncano la proposta di legge che sarà presto discussa prima in Commissione e poi in Consiglio
Gli ambientalisti: «Il consigliere della lista Zaia vuole ridurre l’area protetta e rischia di fare come il premier brasiliano con l’Amazzonia»
Vittorio Zambaldo
Respingono le accuse di arroganza portate dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi i portavoce di Lessinia Europa Emanuele Napolitano e Tomaso Bianchini, definendo le loro riflessioni sul Parco naturale regionale della Lessinia, «libera espressione di pensiero, e sopratutto respingiamo l’accusa, del tutto infondata, di aver sottoscritto il più che condivisibile appello per la salvaguardia del Parco su mandato di un partito: ricordiamo a Valdegamberi che nulla abbiamo a che fare con partiti politici». E aggiungono: «Nelle nostre associazioni ci sono elettori di tutti i partiti che gradirebbero conoscere per quale singolare motivazione i simboli stessi del Parco della Lessinia dovrebbero essere espulsi dal Parco medesimo».La proposta di legge sarà discussa a giorni in Commissione e poi portata per l’approvazione in Consiglio, sottoscritta dai consiglieri Enrico Corsi, Alessandro Montagnoli e Stefano Valdegamberi, prevede infatti l’esclusione dal Parco dell’area della Spluga della Preta, dei grandi vaj (Marciora, Falconi, Anguilla e Squaranto), delle contrade storiche Tinazzo e Zamberlini, lungo il sentiero europeo E5, di Malga Lobbia con la sua celebre Pietà entrata in tutti i manifesti del Parco e lo stesso Ponte di Veja verrebbe separato dal Parco e isolato nel vuoto.«Affermare che chi si oppone a questa insensata proposta di legge lo faccia per interesse politico è una vergognosa insinuazione. Il consigliere regionale si dovrebbe innanzitutto scusare anche per rispetto dei numerosi elettori, anche della Lega che non condividono il ridimensionamento del Parco».Ci sono altre critiche di Valdegamberi finite nel mirino degli ambientalisti: «Il Parco della Lessinia non interessa solo alle «associazioni di Treviso» su cui il consigliere regionale ironizza elencando fra i sottoscrittori un gruppo speleologico della Marca ma interessa anche alle oltre 60 aziende ed attività turistico ricettiva che adottano il simbolo del Parco per la commercializzazione dei loro prodotti o per l’ospitalità». Resta sullo sfondo di questa lunga serie di critiche l’appello «ad abbandonare questo progetto di legge regionale», concludono Napolitano e Bianchini, «che trasformerebbe la Lessinia in un guazzabuglio di aree al Parco e siamo certi che il consigliere Valdegamberi non vorrà essere il nostro Bolsonaro che sta distruggendo l’Amazzonia».Arriva una secca presa di posizione anche dal Partito democratico, che sul tema della proposta di legge regionale ha organizzato un’affollata serata a Verona con i consiglieri Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon: «Non capisco con quale autorità il consigliere Valdegamberi possa liquidare sprezzantemente come arroganti le preoccupazioni di associazioni e cittadini sulle modifiche ai confini del Parco della Lessinia», osserva Anna Maria Bigon, replicando all’attacco di Valdegamberi dopo la lettera aperta inviata da 72 associazioni per scongiurare la riduzione del Parco come previsto dal progetto di legge di cui è firmatario con i consiglieri leghisti Corsi e Montagnoli.«L’area tutelata viene «tagliata» del 20 per cento, cancellando i vaj, zone agro silvopastorali, che diventerebbero aree esterne. I parchi rappresentano opportunità per turismo, nuove professioni, ma la Lega ci vede soltanto vincoli. Diminuire la percentuale protetta significa anche diminuire i finanziamenti», denuncia la consigliera Pd, che invita ad aprire un dibattito il più ampio possibile «per discutere delle vere esigenze della Lessinia. Non c’è nessuna arroganza nel temere che questa proposta di legge, crei nuovi problemi ed è un dovere della politica ascoltare le preoccupazioni dei cittadini».