29.6.17
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Ricordiamo che la sentenza, come riprende la nota del Comitato, riguarda la richiesta di sospensiva cautelare dei provvedimenti dell’Amministrazione comunale, a partire dalla delibera del Consiglio Comunale n. 68 del 30 novembre 2016 (con cui il Consiglio Comunale ha approvato il progetto preliminare di Italiana Costruzioni ed adottata la variante urbanistica necessaria a consentire tale approvazione) e, quindi, a cascata, tutti gli atti conseguenti.
RASSEGNE STAMPA, DOCUMENTI E MATERIALI SUL TENTATIVO IN ATTO DI PRIVATIZZAZIONE DELL’EX ARSENALE
Niente apertura delle buste per il project a luglio. Importante spendere i 15 milioni entro l’anno
VERONA L’Arsenale è rimandato a settembre. Il Tribunale amministrativo regionale ha esaminato ieri mattina il ricorso presentato dal Comitato e da Legambiente contro la Variante urbanistica che, votata dal consiglio comunale, rendeva possibile il restauro del compendio asburgico secondo il progetto di Italiana Costruzioni. Il Tar ha rinviato la sentenza al 13 settembre. E fino ad allora, quindi, non si muoverà foglia, perché anche a Palazzo Barbieri quasi tutti concordano nel dire che non si possono aprire le buste della gara d’appalto (la scadenza è fissata al 20 luglio) prima di sapere se quella Variante rimane valida oppure se decade, per decisione dei magistrati amministrativi di Venezia.
Due mesi e mezzo di stop, quindi, e se ne riparlerà solo sul finire dell’estate. Nel frattempo, il sindaco Federico Sboarina potrà valutare con attenzione anche il problema della penale da pagare per fermare il project-financing, se a fermarlo non dovessero essere i giudici. Con una notizia buona e una cattiva.
Quella buona è che la penale (secondo la convenzione di oltre 4 milioni e mezzo) potrebbe ridursi di molto se il Comune trovasse valide «ragioni di pubblico interesse» e fermasse tutto prima della firma del contratto definitivo con l’impresa. In quel caso, secondo diversi tecnici comunali, potrebbe bastare il pagamento del progetto realizzato dall’impresa (per un costo che si aggirerebbe sui 600mila euro), che verrebbe così acquisito dal Comune e potrebbe sempre essere utile in futuro.
La notizia cattiva riguarda invece i milioni (quasi 15) che il Comune ha già a disposizione per questo intervento. Se non venissero spesi entro l’anno, spiegano diversi addetti ai lavori, finirebbero tra gli interventi non effettuati («vanno in economia» è l’espressione in gergo usata dai tecnici) e verrebbero ad aggiungersi a quel centinaio di milioni che, come hanno denunciato più volte l’ex sindaco Flavio Tosi e l’ex assessore al Bilancio, Pierluigi Paloschi, Palazzo Barbieri non può spendere per colpa del Patto di Stabilità.
Aspettando settembre, peraltro, resta più che mai valida la questione posta l’altro giorno da Michele Bertucco sull’urgenza di interventi immediati per un Arsenale che sta letteralmente cadendo a pezzi. Il 9 giugno scorso la soprintendenza aveva chiesto notizie sui lavori di manutenzione straordinaria da effettuare nel compendio. E quattro giorni dopo, l’ingegner Luciano Ortolani, Rup (Responsabile unico del progetto) per l’Arsenale aveva scritto a sua volta al Soprintendente, Fabrizio Magani, confermando il «progressivo e costante incremento del degrado del compendio, che versa in condizioni di sicurezza e igiene assolutamente precarie». L’ingegnere aveva anche sottolineato «quanto sia urgente la bonifica del terreno inquinato, che se va avanti il project sarà a cura di Italiana Costruzioni, ma in caso contrario diverrà la priorità assoluta», anche perché, aveva aggiunto, «a fronte di un conclamato inquinamento del terreno il Comune continua comunque a usare le aree contaminate, giustificato da una deroga concessa lo scorso anno dall’Arpav che però non potrà certamente avere una durata illimitata».
La vicenda dell’Arsenale si trascina ormai da quasi vent’anni. Durante l’Amministrazione di Michela Sironi era stato presentato un progetto da parte dell’archistar inglese David Chipperfield, che prevedeva un costo per il recupero di oltre 80 milioni di euro. Durante le giunte Tosi erano arrivate prima un progetto dell’impresa friulana Rizzani De Eccher, poi quello, attualmente in fase finale di gara, di Italiana Costruzioni. Il progetto prevede un investimento da parte del Comune di 15 milioni e da parte del privato di 30 milioni subito e di circa 120 nel corso dei 50 anni di concessione. Italiana Costruzioni, se il project…sopravvivrà, dovrà eseguire preventivamente i lavori di bonifica del terreno.- Lillo Aldegheri
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